Un caro amico di Hong Kong mi ha chiesto per quale motivo non riesce mai ad apprezzare a fondo le sue vacanze, mentre durante le nostre chiacchierate via Skype i miei viaggi gli sembrano avventure ai confini del mondo!
Che io sia un buon narratore per la dimestichezza che ho con la scrittura creativa?
Possibile… Ma improbabile in questo caso!
Lui è un tipo pragmatico, sicuro di sé e calcolatore. Ama l’ordine e la puntualità, e credo che sia la persona più organizzata che conosca!
Possibile che siano queste qualità ad impedirgli di apprezzare fino in fondo le sue “gite oltre oceano”?
Tu in che modo ti prepari ad una partenza?
道草 Michikusa – “Trovarsi smarrendosi per strada”
Chi ama l’oriente come me sa quanto sia facile affidare un pensiero inespresso ad un simbolo, un detto o un semplice atteggiamento del Sol levante… Per quanto le argomentazioni “nostrane” siano dettagliate ed efficaci, a volte può essere d’aiuto la cultura di un altro paese per arrivare dritti al punto!
Michikusa è il titolo di un capitolo del libro “WA – La via giapponese dell’armonia”, di Laura Imai Messina, docente universitaria e ricercatrice a Tokyo. Letteralmente i due ideogrammi significano rispettivamente “via” e “erba”, e insieme rappresentano i germogli che nascono spontaneamente sulla banchina.
La scrittrice spiega come il termine rimandi all’antica locuzione “mangiare l’erba al lato delle strade”, atteggiamento tipico dei cavalli che provocava ritardi imprevisti ai viaggiatori, ma anche esperienze inaspettate e spesso costruttive.
Il bagaglio di conoscenze di Laura è smisurato, eguagliato forse soltanto dalla sua passione! Se vuoi aprire una finestra sulla cultura giapponese, ti consiglio di dare un’occhiata al suo blog, “Giappone Mon Amour”!
“[…] È bello allora vagabondare, andare dove non si sarebbe mai andati, tuffarsi nell’impensato, racimolare il coraggio e la disinvoltura che sono necessari per rivolgere domande a sconosciuti e che sono la base di ogni viaggio di scoperta. Smarrire la strada, non sapere. E poi trovarsi, intimamente, grazie al fatto d’essersi persi.”
Senza preavviso né mezzi termini, all’improvviso un paragrafo del suo libro traduce in caratteri d’inchiostro le emozioni che accompagnano i miei viaggi all’avventura!!!
La storia custodisce i pezzi della nostra anima
La bellezza insita nella scoperta di sé attraverso l’esplorazione del mondo e del diverso – termine troppo spesso colto soltanto nella sua accezione negativa – è un patrimonio genetico che conserviamo gelosamente sin dalle origini.
Gli antichi viaggiatori, le inspiegabili mappe del Medioevo, i manufatti sparsi in giro per il pianeta, comuni a culture lontane migliaia di chilometri… Sono soltanto un esempio di come l’umanità abbia sempre tentato di sondare l’inesplorato, di avventurarsi oltre i propri confini, di crescere attraverso il viaggio e l’esperienza.
Dopo tutti questi secoli di continue scoperte, svolte determinanti, cicatrici e passi avanti, eccoci ancora qui, ancora in attesa di un treno o di una nave, ancora con lo sguardo rivolto verso il cielo mentre passa un aereo.
Con la stessa intensa volontà di svelare gli enigmi, di misurare l’inspiegabile, di spogliare il mistero delle sue inviolabili fortezze.
Senza mai ripartire da zero, fortunatamente!
Grandi avventurieri del presente e del passato hanno osservato il medesimo fattore comune… Isaac Newton ha ringraziato i “giganti” della storia per averlo portato sulle spalle, permettendogli così di giungere alle sue incredibili conoscenze.
DK Yoo, filosofo e artista marziale contemporaneo, ha scritto che “presente e futuro dipendono strettamente dal passato, dal quale dovremmo sempre apprendere le lezioni più importanti.” Ricordandoci comunque che, “in ultima analisi, non importa quale sia il sentiero seguito, ciò che conta è la determinazione del singolo ricercatore.”
Cosa significa allora viaggiare?
“Viaggiare” non è più un’azione legata soltanto allo spostamento spaziale, né al mezzo utilizzato o alla strada percorsa.
Il viaggio di ciascuno di noi è la somma delle conoscenze pregresse, non soltanto di nostra proprietà, amalgamate con il vissuto personale, con le scelte che hanno determinato la vita e le circostanze del presente. Gli affetti, gli studi, le compagnie, gli amori, gli sforzi che ciascuno di noi ha fatto e continua fare, immerso in quel fiume infinito che è lo scorrere del tempo.
Parlando di un luogo nel presente, Tiziano Terzani ha utilizzato queste parole: “C’ero arrivato attraverso la solita trafila di piccoli passi, ognuno di per sé insignificante, ma nell’insieme decisivi, come tante cose nella vita…”
Scommetto che adesso Michikusa, “trovarsi smarrendosi per strada”, non ti sembra più un concetto tanto astratto, né troppo distante dalla tua esperienza personale!
Ma…
Come riconoscere le briciole sul sentiero?
L’aspetto divertente – o sconfortante – della nostra esistenza sulla Terra è proprio l’impossibilità di distinguere le “proprie briciole” da quelle altrui!
Abbiamo cercato di giustificarci con il termine “fato”, abbiamo tentato di affidare la responsabilità al destino o alle congiunzioni astrali… Di fatto però non importa quali siano le condizioni di partenza o i vantaggi e gli svantaggi che il nostro ambiente ci mette a disposizione… L’unico vero fattore determinante è la nostra volontà di agire.
Dobbiamo compiere delle scelte, continuamente, con coraggio. Non importa se giuste o sbagliate, ci è concesso di “non sapere”. Ci è concesso perfino di commettere errori. Altrimenti come faremmo a smarrirci? Come faremmo ad imboccare le svolte nascoste?
Avere fiducia certe volte è quel tanto che basta per trasformare un apparente passo falso in un’opportunità. Una fiducia corroborata da un costante impegno – guarda caso, un altro capitolo di “WA – La via giapponese dell’armonia”, della già citata Laura Imai Messina – una onnipresente voglia di fare che scacci via ogni minimo segno di sconforto o frustrazione.
Se riusciremo a mantenerci saldi nella nostra volontà, se riusciremo a “ritrovare la strada” sia nella riuscita che nell’errore, acquisiremo con l’esperienza la rara capacità di apprezzare sia l’una che l’altro, affidando ad entrambi l’innegabile merito di aver ampliato il bagaglio di conoscenze che costituiscono la nostra identità presente.
E poi, come nelle rare occasioni in cui diveniamo consapevoli di un sogno, pur senza svegliarci, noteremo con sollievo che il sentiero sbagliato non è che una piccola svolta lungo la Via…
Che l’errore commesso, la delusione che ne consegue, la tristezza, l’avvilimento, perfino la rabbia, altro non sono che le nostre personali interpretazioni ed emozioni legate alla mancata concretizzazione di un desiderio. Circostanza che aveva una consistenza soltanto nella nostra immaginazione, soltanto come proiezione di una nostra fantasia.
Siamo davvero sicuri che tale obiettivo, saldo nella nostra coscienza all’imbocco del sentiero, sia rimasto immutato dopo l’intero pezzo di strada “fuori rotta” che per caso o per volontà abbiamo percorso?
Siamo certi che l’esperienza conquistata con gli sforzi e i tentativi di riuscita non sia servita a qualcosa di diverso, a qualcosa di più grande?
Il presente… Questo presente
Dono o maledizione che possa sembrare, abbiamo avuto il privilegio di nascere in questa epoca, a mio avviso un passaggio tra il vecchio e il nuovo modo di pensare, tra un novecento segnato dalle grandi guerre e un nuovo millennio che affonda le sue radici nella ricerca scientifica e tecnologica, ma anche nella percezione di qualcosa di più, di un antico retaggio che non può più essere ignorato o lasciato all’oblio dei millenni.
Gli eventi attuali non sono che il preludio ad un diverso modo di vivere il mondo. Lasciano intuire le infinite possibilità di cambiamento che ci aspettano e che ci vedranno partecipi…
Avremo bisogno di un bagaglio completo di esperienze e consapevolezza per far fronte agli anni a venire, e viaggiare sarà per molti sinonimo di capire, perdersi sarà la chiave per ritrovarsi.
Il mio contributo alla causa è Exploring Earth, frutto non preventivato della mia personale esperienza, sommato al desiderio di condividere quell’incredibile possibilità con tutti coloro la cui clessidra interiore abbia esaurito i granelli di sabbia del suolo italiano..!
La regola d’oro
Ripensando ai dialoghi con il mio amico, spesso cerco di ricordargli che spostarsi da un continente all’altro non è il solo modo per viaggiare…
Per apprezzare fino in fondo una rotta e la sua destinazione, a volte è meglio lasciare a casa la bussola, i programmi e le aspettative!
Ciò che conta davvero è la volontà che serbiamo nel nostro spirito, e i sogni che custodiamo nel cassetto. Che essi si realizzino o mutino dipende da molti fattori, alcuni dei quali al di fuori del nostro controllo.
Ma è davvero così importante come potremmo pensare…?
Forse è il percorso che avremo compiuto nel tentativo di materializzarli il vero dono raccolto lungo la strada, una Via non necessariamente giusta, ma sicuramente quella di cui avevamo bisogno.
Ci vediamo al prossimo post!
0 commenti