Sono sicuro che questo articolo strapperà un sorriso a molti lettori..!
Si capisce già dal titolo, un insieme di argomenti più adatti a una favola per bambini che ad un blog…
Ma in fondo siamo nel periodo natalizio, ed il nostro stato d’animo è sicuramente più predisposto per riportare alla luce ricordi legati alla prima infanzia.
Durante i nostri primi anni di vita infatti è capitato a tutti di leggere o ascoltare storie di elfi, folletti, gnomi e altri piccoli e simpatici abitanti del regno fatato.
Per la maggior parte di noi “l’esperienza diretta” relativa a questo tema si ferma qui: immagini animate, dai colori vivaci, legate a una morale o al ricordo di un momento felice…
Forse però non sai che moltissimi adulti affermano di essere in contatto con questi esseri fiabeschi… Esistono migliaia di testimonianze dirette, libri e documentari sull’argomento!
Prima di analizzarli da vicino però, voglio farti un paio di domande…
Ricordi o vecchie fantasie?
Tutti noi da piccoli abbiamo giocato con la fantasia, creando con i nostri giocattoli trame degne di una serie TV! Immaginavamo dialoghi, situazioni, avventure… E a volte non eravamo da soli nel concepire simili intrecci.
Devo ammettere che la cosa non mi coinvolge personalmente, ma molti miei conoscenti avevano un amico immaginario, degno compagno della loro prima infanzia…
E tu?
Hai mai avuto un amico, “frutto della fantasia”, che ricordi ancora oggi?
E, in caso affermativo, che aspetto aveva?
Generalmente abbiamo ricordi sfuocati del passato remoto, eppure qualche flash ben nitido è conservato ancora oggi nella nostra memoria.
Sono eventi particolari che hanno sollecitato in modo unico la nostra attenzione, che hanno catturato il nostro interesse o, più spesso, che hanno generato una forte emozione.
Se uno di questi è il tuo caso, cerca di recuperare il ricordo del tuo “amico invisibile”, e preparati per la domanda più tosta: sei proprio sicuro che fosse frutto della tua fantasia?!
Sul credere…
C’è una frase che ha determinato il rapporto di fiducia instaurato con il mio vecchio maestro di metafisica… Una frase che ho già citato in altri articoli e che ho imparato a ripetere ai miei allievi, perché in fondo è in perfetta risonanza con il mio modo di insegnare:
“Non credere a quello che ti dico, piuttosto fai esperienza in prima persona degli eventi del mondo. Soltanto così potrai conoscere e scegliere la tua verità.”
In questi articoli, in questo blog, non ho né la pretesa né l’arroganza di divulgare una verità assoluta…
Sto mettendo insieme i pezzi di quel puzzle che è la vita di ciascuno di noi. Nel corso della mia ho avuto la fortuna di imbattermi in quelle “più cose (che ci sono) in cielo e in terra”, come diceva Amleto ad Orazio.
Lo studiare ed il fare esperienza di realtà sovrasensibili sono due aspetti inscindibili del viaggio di coloro che vogliono varcare il limite dei cinque sensi fisici.
Per tutti gli altri c’è la fede…
Tuttavia so benissimo quanto sia difficile approcciarsi ad un argomento come “il popolo fatato” attraverso l’esperienza diretta. Inoltrarsi in una simile lettura, ricca di esempi e storie in stile “Signore degli anelli”, implicherebbe necessariamente una grande fiducia nella penna di chi scrive, e non è questo il mio obiettivo.
Quindi, lasciando da parte l’individuo, cerchiamo di procedere attraverso ciò che sappiamo e ciò che riusciamo ad intuire con un piccolo balzo avanti, aiutato dall’immaginazione e dalle testimonianze di coloro che hanno già visto e vissuto… qualcosa di più.
Una possibilità scientifica del fantastico
Nell’articolo “Perché cadiamo prima di addormentarci?” ho descritto le basi di uno dei pilastri della conoscenza contemporanea: le onde, che in fisica rappresentano una perturbazione che si propaga nel tempo e nello spazio trasportando energia…
Citandone una piccola parte, “tutto ciò che esiste ha una propria frequenza vibratoria. Ogni fenomeno si propaga attraverso un mezzo (come aria o acqua) oppure attraverso il vuoto (lo spazio) seguendo un andamento periodico di natura ondulatoria.
Focalizzando l’attenzione sui nostri cinque sensi, sappiamo che nessuno riesce a vedere un suono, poiché ha una lunghezza d’onda che l’occhio umano non riesce a percepire.
La frequenza indica quante volte l’onda del fenomeno analizzato (in questo caso il suono) si ripete in un certo intervallo di tempo, ed è inversamente proporzionale alla lunghezza dell’onda: minore è quest’ultima, maggiore sarà la frequenza del segnale in Hertz (Hz).
Come potrai immaginare, le frequenze sono pressoché infinite…
Se è vero che l’occhio non può percepire un suono perché ha una frequenza troppo bassa (e quindi una lunghezza d’onda maggiore rispetto a ciò che è visibile), è altrettanto vero che siamo stati forniti di uno strumento in grado di farlo: l’orecchio!
Che dire però di tutte le altre frequenze?
Pensa agli ultravioletti, ai raggi X, ai raggi gamma…
Pensa ad un’emozione!
Tutti noi abbiamo ben presente l’effetto che ha un’emozione sul nostro stato d’animo. Influenza la nostra risposta ad un evento, le nostre scelte, la nostra serenità quotidiana… Eppure non la vediamo, né la tocchiamo o la sentiamo con le orecchie!
Impossibile però negarne l’esistenza.”
…
L’argomento ha moltissime possibilità di sviluppo e di approfondimento… Se ti interessa, ne puoi trovare degli esempi in “Dimensioni quantistiche e Yogin vegani: l’inutilità spirituale della dieta vegana” e in “La composizione della macchina umana: corpi sottili e aggregati vibrazionali”.
Il focus di questo articolo però riguarda una specifica implicazione di quanto detto sopra: le infinite frequenze vibratorie che esistono nell’universo.
La nostra intera esistenza è basata sull’interazione tra i nostri cinque sensi e l’ambiente circostante, visibile, udibile, tangibile ecc.
In un simile contesto, sono pronto ad affermare che il “piccolo popolo”, composto da fate, elfi, gnomi, folletti e altre creature, non può assolutamente esistere.
Noi siamo strettamente legati al concetto di spazio-tempo: per spostarci dal punto A al punto B, dobbiamo svolgere un lavoro, un movimento, e per farlo occorre un determinato tempo.
Ma cosa c’è di invisibile tra il punto A ed il punto B?!
Quante frequenze intangibili attraversiamo nel compiere il nostro movimento?
E cosa accadrebbe se una di queste frequenze, una di queste “creature”, avesse la facoltà di modificare a piacimento la propria lunghezza d’onda, il proprio ritmo vibratorio?
Ricorda che, esclusi i cinque sensi, l’apparire in un determinato luogo non implica necessariamente uno spostamento nello spazio fisico!
Non inoltriamoci in speculazioni filosofiche… Alla fine torniamo sempre al punto di partenza: senza esperienza diretta, è comunque impossibile esprimere un’opinione!
Quindi andiamo a cercare le testimonianze di chi dice di averne avuta, ma non temere, non ti racconterò favole per bambini… Qualunque mitomane può inventarne una!
Esistono altri tipi di testimonianze, più consone ad una ricerca “scientifica”, ben nascoste sotto la luce del sole… Ma prima di parlartene voglio fare una premessa di importanza fondamentale.
Il declino dei legami ancestrali
Nel precedente articolo, “Ateismo e Agnosticismo: le religioni del ventunesimo secolo”, ho sottolineato come il Cattolicesimo si sia conquistato il suo spazio nel mondo attraverso guerre e omicidi, torture e roghi di libri (e di “streghe”)…
La morsa di terrore che attanagliava i paesi “evangelizzati” si è protratta per secoli, di pari passo con lo sterminio delle antiche librerie, depositarie di conoscenze ormai perdute.
Il caso ha voluto che, nel corso dell’ultimo anno, tutti noi venissimo a conoscenza della sensazione di isolamento, seppur mitigata dai mezzi di comunicazione all’avanguardia del ventunesimo secolo…
Adesso fingiamo per un attimo che il “piccolo popolo” esista, su un livello vibrazionale diverso dal nostro, su una frequenza anticamente percepibile da esseri umani che, per forza di cose, vivevano a stretto contatto con la natura, regno per antonomasia di questi esseri fiabeschi…
Prova quindi a immaginare quanto possa essere stato alienante, 1700 anni fa, essere in grado di parlare con creature improvvisamente dichiarate fuori legge, associate al demonio, definite serve di Satana…
La pena era la morte, dopo indicibili torture, e chiunque poteva denunciare la tua facoltà: dal credente ossequioso all’amante geloso… Immotivatamente, ma senza possibilità d’appello.
In un simile clima, tra superstizione indotta, antiche conoscenze sull’orlo dell’oblio e una classe politica – ed ecclesiastica – corrotta e avida di potere, quali probabilità avevano gli uomini e le donne in contatto con “il fantastico” di sopravvivere?
Isolati, braccati, accusati di eresia e bruciati vivi, di loro non è rimasto che un vago ricordo… Leggende mascherate da storie della buonanotte.
Il legame con il “piccolo popolo” è stato spezzato, i sensi sottili si sono atrofizzati, e oggi sono pochi coloro che riescono a “vedere”…
Tra questi ci sono gli Islandesi, dove – guarda caso – l’invasione del cattolicesimo è stata decisamente minore rispetto ai paesi circostanti.
Ed eccoci finalmente al primo esempio concreto…
Anne Givaudan, il mondo invisibile e l’Islanda
Anne Givaudan è una scrittrice e viaggiatrice astrale (vedi “OBE e NDE – Esperienze fuori dal corpo e Viaggi Astrali”), le cui opere stanno dando un contributo immenso alla ricerca metafisica e spirituale contemporanea.
Dopo aver superato gli “strati” più bassi della dimensione astrale, dove si concentrano i pericoli di cui parlo nell’articolo dedicato, l’esperienza ed il costante impegno rivolto alla crescita spirituale l’hanno condotta su frequenze più alte dell’esistenza.
La Givaudan ci fornisce una panoramica completa degli esseri dei piani astrali nel libro “Incontro con gli invisibili custodi della natura”, ma non occorre che riporti qui esperienze così lontane dal nostro mondo dei sensi…
Devi sapere però che, come ci spiega anche l’autrice, quando gli esseri umani dormono entrano in contatto con frequenze vibrazionali diverse, che agiscono sullo stato psichico, energetico ed emotivo, sebbene i più ne siano inconsapevoli.
Per i pochi che rimangono consapevoli del proprio “corpo astrale”, mentre quello fisico è addormentato, queste “onde” acquisiscono le sembianze di entità della natura, esseri elementali… il “piccolo popolo” insomma!
L’interazione tra questi ultimi ed il nostro piano di terza dimensione rimane misteriosa per la maggior parte degli esseri umani adulti, tranne durante quei rari momenti di pace con se stessi, in mezzo ad una foresta o di fronte alle meraviglie della natura, quando per pochi istanti l’ambiente circostante sembra prendere vita, e il nostro intuito ci conduce a sfiorare una verità ormai dimenticata: tutto è Vita.
Poi la razionalità riprende il sopravvento, ed il velo di Maya torna ad ottenebrare il nostro sesto senso, spingendoci a forza sul fondo della famosa caverna di Platone.
La corsa quotidiana ricomincia, i problemi pratici assorbono tutta la nostra attenzione, e i pensieri invadono il silenzio della nostra mente, allontanando per sempre quel raggio di serenità fuori dal tempo…
Senza perderci oltre in fantasticherie, voglio portare la tua attenzione su un paio di parole chiave utilizzate: pace e serenità.
Quali esseri umani vivono in pace nel loro eterno presente, in una condizione di innata serenità?
…
I bambini.
O meglio, i bambini mentre giocano.
Ricordi come il mondo reale si dissolveva durante i nostri giochi d’infanzia? Il concetto di tempo perdeva ogni significato, mentre tutti i giocattoli inanimati prendevano vita, come se fossero personaggi capaci di scrivere le proprie avventure!
Sono certo che qualche lettore abbia ben chiaro il ricordo dei propri amici immaginari… E qui torniamo alla domanda iniziale: siamo certi che siano stati frutto della fantasia?
Come ho già detto, personalmente non so rispondere, ma il metodo scientifico impone di cercare anzitutto testimonianze attendibili, e possiamo farlo con il documentario “Enquȇte sur le monde invisible” (“Inchiesta sul mondo invisibile”), del cineasta Jean Michel Roux.
Qui, come ci racconta Anne Givaudan, scopriamo come gli Islandesi entrino senza difficoltà in contatto con il “piccolo popolo”: “alcuni poliziotti ricordano di aver giocato, da bambini, con esserini di altri mondi; […] e scopriamo con stupore che i comuni hanno un ufficio appositamente dedicato a queste entità, quando un sindaco spiega che, se deve far eseguire dei lavori di una certa importanza, consulta prima un medium, il cui ruolo è entrare in contatto con il “piccolo popolo” per sapere se i lavori previsti passano sul loro territorio, sulle loro scuole o le loro abitazioni. Se i lavori non possono passare da altre parti, il medium verificherà che gli esseri sottili abbiano accettato di “traslocare”, e si informerà sul tempo necessario perché questo avvenga.”
Il sindaco intervistato aggiunge poi che “Se non ne teniamo conto, i macchinari si guastano, e i lavori diventano molto difficili da realizzare.”
Buffo, vero?
Scommetto però che quest’ultima affermazione ha fatto scattare un campanellino da qualche parte nella tua mente…
Ti è mai capitato di avere giornate particolarmente infauste, quando una serie di incidenti inopportuni si succedono senza soluzione di causa, mandandoti su tutte le furie?
In caso affermativo, ti faccio notare che la natura “scherzosa” di questi esseri – ci spiegano gli esperti – può essere motivata dalla loro capacità di nutrirsi delle emozioni umane… In fondo, ogni emozione possiede una sua lunghezza d’onda, un suo “peso” astrale, e quale pasto è più sostanzioso di una bella arrabbiatura?!
Ma noi ancora non crediamo a gnomi e folletti, quindi di cosa preoccuparsi?
Esempi e testimoni famosi
In Europa esiste un’intera comunità in contatto con gli esseri della natura: si tratta di Findhorn, in Scozia.
Questa comunità spirituale è nata quando i suoi primi fondatori si sono stabiliti in un arido terreno nella baia di Findhorn, nel novembre del 1962.
Peter Caddy, sua moglie Eileen e l’amica Dorothy Maclean, in possesso di facoltà medianiche, riuscirono ad entrare in contatto con il “piccolo popolo” che governava la natura di quel luogo inospitale: i cosiddetti “deva”, nome sanscrito insegnato a Peter Caddy dal suo maestro sufi Inayat Khan.
Seguendo i consigli di questi esserini invisibili, presto i “colonizzatori” riuscirono ad ottenere raccolti straordinari: verdure di ogni tipo, frutti, piante aromatiche e erbe medicinali.
Gli agronomi che studiarono il terreno constatarono l’assenza di concimi chimici, anche se la terra apparentemente arida non mostrava carenze di elementi. Insomma: compost e letame non bastavano a spiegare gli incredibili risultati ottenuti da un suolo così povero e sabbioso.
Ma Peter Caddy non aveva dubbi: l’amore riservato alle coltivazioni e la collaborazione con gli abitanti invisibili avevano reso possibile l’impossibile…
Dal 1972 la Fondazione Findhorn ospita un ecovillaggio, un giardino botanico, un osservatorio, un’università e molto altro, e accoglie chiunque voglia vivere un’esperienza spirituale autentica, in pieno contatto con la natura.
Questo non è che uno dei molti esempi concreti di contatto con il “popolo invisibile”, esempi purtroppo ancora sconosciuti in Italia, dove la Chiesa continua ad avere un enorme peso decisionale sulla società, la TV e l’istruzione… Di conseguenza, chi non sa dove cercare, resta all’oscuro dei fatti.
Forse non sai che anche il poeta William B. Yeats è stato un grande sostenitore dell’esistenza del piccolo popolo e delle fate, così come Conan Doyle, i membri della Società Teosofica e molti altri personaggi meno noti alle cronache…
Tuttavia nessuno parla mai di questi aspetti del sapere, forse perché ritenuti inutili, forse semplicemente screditati come favole per bambini.
Guarda caso però, sono proprio questi ultimi gli esseri umani più felici… Magari è il caso di prendere qualche spunto, e fondere la scienza conquistata nell’ultimo secolo con qualcosa di più profondo di una banale leggenda.
Come vedere con “i propri occhi”
Molti ritengono che queste “credenze” non siano altro che un modo per fuggire dalla realtà, nient’altro che un sogno infantile…
Io credo invece che siano piuttosto la chiave per recuperare una realtà ormai scomparsa dal nostro orizzonte: il legame tra “noi stessi”, la nostra anima e la natura di un pianeta ormai sull’orlo del collasso.
Quale che sia il nome dato al “piccolo popolo”, i suoi abitanti fanno parte di un mondo del quale abbiamo perso la consapevolezza, e al quale possiamo accedere soltanto con la “visione del cuore”, contrapposta all’utilizzo della mente concettuale… Ne ho già parlato nell’articolo “Empatia: il segreto del “sentire l’altro””, ma è un tema a me molto caro.
Capisco però che aprire la propria mente a realtà così fuori dall’ordinario non sia facile.
Coloro che desiderano esplorare e capire sinceramente avranno già tentato di viaggiare in astrale, o di effettuare un “viaggio sciamanico” (puoi approfondire l’argomento in “Sciamanesimo e introduzione ai viaggi sciamanici”), ma non sono opzioni praticabili per tutti…
Allora ti suggerisco, per iniziare “dalle basi”, di regalarti una passeggiata nella natura, di fermarti e di spegnere i tuoi pensieri. Ascolta il tuo respiro, osserva con serenità il paesaggio che ti circonda e… cerca una porta: una conformazione naturale che ricordi un ingresso.
Sono certo che il tuo intuito saprà guidarti… Allora lasciati trasportare, senza aspettative, senza pretese, e osserva/ascolta con il cuore quello che la natura ha da mostrarti oltre la porta… Potrebbe non accadere nulla, oppure potresti rimanere sorpreso..!
E se non dovessi riuscire, rifletti su ciò che hai appena fatto: hai dedicato del tempo prezioso ad una parte di te che non ascoltavi da molto tempo.
La strada può sembrare impervia, ma un primo passo è lo step più importante per intraprenderla, e tu, senza esserne cosciente, ti sei già inoltrato lungo il sentiero della conoscenza!
Buon viaggio e a presto con il prossimo articolo!
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