Scommetto che ti è capitato decine di volte, forse centinaia, ma ti sei mai posto questa domanda?
Perché, poco prima di addormentarti, hai la sensazione di precipitare sul letto dall’alto?
È come se tu cadessi, ma, invece di schiantarti sul materasso, non fai altro che aprire gli occhi con un sussulto…
Ho rivolto la stessa domanda agli studenti durante i miei seminari nelle scuole superiori, e anche loro avevano ben presente la sensazione di caduta, senza però averne indagato il motivo.
Esperienze non ordinarie
Prima di discutere l’argomento nel titolo di questo articolo, voglio porre l’attenzione sulla radice del quesito: la domanda.
Se è vero che anche tu hai vissuto questa strana esperienza, per quale motivo non ne hai cercato una spiegazione?
Se lo hai fatto, tanto di cappello!
Gli studenti ai quali mi sono rivolto, però, non avevano cercato risposte in modo indipendente. Spesso infatti, purtroppo, non si conosce neppure l’esistenza dell’argomento!
Quindi cosa domandare? Cosa cercare?
Fermati un attimo a riflettere… Quante esperienze vivi ogni giorno appena al di fuori della realtà ordinaria?
Un evento pericoloso che scorre al rallentatore, un’emozione che non ti appartiene e improvvisamente cambia il tuo stato d’animo, la percezione di qualcosa che sta per accadere, il riconoscimento di una persona che non avevi mai visto prima…
Potrei continuare all’infinito con questi esempi.
Il punto è: quanto accade qualcosa di questo tipo, il nostro cervello lo registra e lo indaga, oppure lo archivia come “strano, non catalogabile, inutile”?
Esistono molti altri ambiti di conoscenza oltre a quelli che ci vengono insegnati a scuola…
Ma, senza una buona riserva di curiosità, non riusciremo mai ad entrarci in contatto, limitando così la nostra vita alla monotonia del quotidiano, e ai dogmi imposti dalla società in cui viviamo.
Gli strumenti per le indagini non ordinarie
Come ho già scritto in “Il problema del linguaggio: come tradurre le antiche culture orientali in scienza occidentale”, spesso basta un cambio di prospettiva per ampliare di moltissimo la nostra visione del mondo.
Nel ventunesimo secolo la rete ha consentito alla maggior parte della popolazione di accedere ad un numero pressoché illimitato di informazioni.
Questo è indubbiamente un “pro”, ma potrebbe rivelarsi anche un “contro”: saper distinguere l’attendibile dalle fake news oggi è più difficile che mai.
È molto più semplice leggere un buon libro!
Infatti, a parità di fruibilità, è assai più raro trovare un libro fasullo piuttosto che un sito pieno di notizie fuorvianti. Insomma, la carta stampata è più affidabile, anche perché deve attraversare molti filtri prima di raggiungere le nostre librerie.
Inoltre, sapendo cosa cercare, e avendo la fortuna di poter leggere in altre lingue, avremo accesso garantito a qualsiasi tipo di conoscenza.
Basta, ancora una volta, non dimenticarsi di essere curiosi e critici…
Sebbene però i libri siano un buon punto di partenza, niente è meglio dell’esperienza diretta per entrare in contatto con una nuova forma di realtà!
Gli strumenti per fare esperienza dello straordinario
Ecco allora che il nostro corpo, la nostra mente e… qualcos’altro di più sottile giocano un ruolo fondamentale nell’esplorazione del mondo che ci circonda.
Sei consapevole delle sensazioni che provi in ogni momento della giornata?
Sei cosciente delle emozioni che affollano il tuo cuore minuto per minuto?
E quanti e quali altri stati d’animo – o stati del mondo! – attraversano la tua persona senza essere presi in considerazione, vuoi perché troppo sottili, vuoi perché non comprensibili?
Acquisire piena consapevolezza di Sé (con la maiuscola, la tua identità globale) è l’obiettivo principale e il mezzo più efficace per conseguire una vita completa…
Ma torniamo a noi!
Uno di questi “stati particolari” è proprio la caduta durante il sonno…
Che sia il corpo ad esserne il fulcro? Che sia la mente a giocarci questo scherzetto?
Oppure l’artefice è quel “qualcos’altro di più sottile”, che interseca la nostra coscienza mentre la mente razionale è già tra le braccia di Morfeo?
La concezione di “essere umano” in oriente e in occidente
Naturalmente esistono spiegazioni neurologiche alla sensazione di caduta che precede il sonno… Ma il mio campo è la metafisica, quindi ti descriverò l’interpretazione orientale del fenomeno!
È un concetto intriso di sfumature magiche e antiche, ma, come espongo in molti altri articoli, vedrai che non si discosta molto dai postulati della modernissima fisica quantistica.
Occorre però partire da un presupposto che non è affatto scontato: in occidente la “fede religiosa” in un’anima o in una vita dopo la morte rappresenta una scelta individuale.
In Italia, in particolare, gran parte di noi ha ricevuto una formazione cattolica “di default”. Dopo, crescendo, qualcuno continua a praticare, qualcun altro cambia orientamento religioso, ma la maggior parte delle persone semplicemente smette di interessarsi a tutto ciò che è immateriale o filosofico.
Esistere significa lavorare, guadagnare, comprare, divertirsi, “come se la vita fosse un eterno banchetto romano in cui si mangia e si vomita per poter rimangiare.” (Tiziano Terzani, ancora lui, che indubbiamente ha inquadrato il punto!)
Un’ultima categoria invece si dedica alla spiritualità: un percorso evolutivo attivo alla ricerca di risveglio ed equilibrio, sia nel corpo che nello spirito, in contrapposizione alla cieca fede religiosa, che affida il proprio destino ad un dio assoluto e irraggiungibile.
Ebbene, questo tipo di spiritualità rappresenta l’orientamento principale delle discipline orientali.
Nel Buddhismo, nell’Induismo, nel Lamaismo, nel Taoismo, nello Shintoismo e così via non esiste una distinzione tra religione e spiritualità, tra materia e anima. La vita e la morte vivono fianco a fianco nello stesso mondo, dove l’una influenza l’altra e viceversa.
E per questi popoli che hanno assimilato l’idea di reincarnazione come un dato di fatto, com’è possibile mettere in dubbio l’esistenza di un’anima?
Gli strati sottili della “macchina umana”
Quello di “anima” è un concetto molto occidentale, parola spesso utilizzata con la stessa valenza di “spirito”.
In oriente la distinzione si fa più selettiva, definendo molti “substrati” che concorrono a formare la cosiddetta “macchina umana”.
Si parla infatti di corpo emotivo, corpo energetico, corpo eterico, corpo spirituale, anima e così via…
Le distinzioni sono molte, e differiscono di tradizione in tradizione. Avrò modo di essere più specifico nell’articolo “La composizione della macchina umana: corpi sottili e aggregati vibrazionali”, mentre ti rimando a “Dimensioni quantistiche e Yogin vegani: l’inutilità spirituale della dieta vegana” per approfondire il concetto di dimensioni superiori alla terza, ovvero quella in cui viviamo.
Infatti quei “substrati” di cui parlavamo poco fa altro non sono che aggregati di energie sottili, che compenetrano il corpo umano in carne e ossa, ma che esistono su livelli vibrazionali ad una frequenza non percepibile dai comuni cinque sensi (quindi su “altre dimensioni”).
Se può aiutarti a visualizzare ciò che intendo, pensa ad una Matrioska, la bambola russa che contiene tante piccole versioni di sé al proprio interno, invisibili dall’esterno!
Lo so, sto utilizzando un linguaggio tecnico…
Facciamo un esempio pratico, cercando di entrare un po’ più nel dettaglio!
Tutto ciò che esiste ha una propria frequenza vibratoria. Ogni fenomeno si propaga attraverso un mezzo (come aria o acqua) oppure attraverso il vuoto (lo spazio) seguendo un andamento periodico di natura ondulatoria.
Focalizzando l’attenzione sui nostri cinque sensi, sappiamo che nessuno riesce a vedere un suono, poiché ha una lunghezza d’onda che l’occhio umano non riesce a percepire.
La frequenza indica quante volte l’onda del fenomeno analizzato (in questo caso il suono) si ripete in un certo intervallo di tempo, ed è inversamente proporzionale alla lunghezza dell’onda: minore è quest’ultima, maggiore sarà la frequenza del segnale in Hertz (Hz).
Come potrai immaginare, le frequenze sono pressoché infinite…
Se è vero che l’occhio non può percepire un suono perché ha una frequenza troppo bassa (e quindi una lunghezza d’onda maggiore rispetto a ciò che è visibile), è altrettanto vero che siamo stati forniti di uno strumento in grado di farlo: l’orecchio!
Che dire però di tutte le altre frequenze?
Pensa agli ultravioletti, ai raggi X, ai raggi gamma…
Pensa ad un’emozione!
Tutti noi abbiamo ben presente l’effetto che ha un’emozione sul nostro stato d’animo. Influenza la nostra risposta ad un evento, le nostre scelte, la nostra serenità quotidiana… Eppure non la vediamo, né la tocchiamo o la sentiamo con le orecchie!
Impossibile però negarne l’esistenza.
Nutrire lo spirito
Ci siamo quasi!
Dopo questo lungo excursus scientifico, è il momento di ricongiungere i fili e spiegare perché, secondo le antiche conoscenze orientali e metafisiche, percepiamo la sensazione di cadere prima di addormentarci.
Abbiamo detto che nell’est del mondo le persone hanno assimilato la certezza dell’esistenza di un’anima immortale e di un evolvere continuo, di vita in vita, incarnazione dopo incarnazione, fino alla tanto ambita illuminazione.
Ne consegue una deduzione da non sottovalutare: per loro, l’esistenza in carne ed ossa non è la condizione umana naturale.
Allora, durante il nostro “soggiorno” all’interno del corpo umano (lo strumento che utilizziamo per fare esperienza, soffrire e quindi evolvere) come si nutre l’anima immortale?
Se, come abbiamo analizzato poco fa, i cinque sensi percepiscono uno spettro limitato di frequenze, come può il nostro “spirito”, la nostra “Matrioska” interna costituita da energie sottili, mantenersi in salute e ricaricarsi, lasciato a se stesso in questo mondo di materia?
La risposta è la soluzione al dilemma iniziale!
Quindi, perché abbiamo la sensazione di cadere quando ci corichiamo?
Nei paragrafi precedenti ho parlato dei substrati che concorrono a formare la nostra “macchina umana”: il corpo in cane ed ossa, quello emotivo, quello energetico, quello eterico, quello spirituale, eccetera.
Ebbene, secondo i saggi del passato, uno di questi substrati si separa dal corpo fisico durante il sonno, per potersi rifornire di energie sottili alle quali, altrimenti, non avrebbe accesso.
Così, mentre dormiamo, il corpo chiamato eterico, o astrale, o manas (termine sanscrito utilizzato nel buddhismo esoterico), si stacca dall’involucro di carne che lo contiene e si ricarica delle energie che non può percepire da… “dentro la materia”!
Quando andiamo al letto troppo stanchi, spesso la necessità di “ricarica astrale” è così impellente che il corpo sottile si separa da quello fisico prima ancora che la nostra coscienza sia completamente addormentata.
Ecco allora che il cervello percepisce un movimento, e per un istante diviene consapevole del corpo che fluttua in quarta dimensione, proprio “al di sopra” di quello sdraiato sul letto!
Incapace di concepire un simile sdoppiamento, la nostra coscienza si risveglia completamente, provocando la ricaduta del corpo sottile in quello fisico.
Sorpresa!
La sensazione di “cadere dall’alto” quando siamo ben saldi sul nostro materasso non è altro che la percezione del ricongiungimento dei nostri corpi!
Lo so, “fa strano”…
Ognuno di noi è libero di scegliere la spiegazione che preferisce. Di certo l’esperienza diretta del fenomeno fa la differenza, o meglio, la capacità di trasferire la propria consapevolezza all’interno del corpo astrale permette di osservare direttamente il fenomeno.
Ma non è un esercizio particolarmente salutare nel lungo periodo…
Sono comunque certo che qualcuno di voi lo ha già fatto, consapevolmente oppure no. Durante sogni particolarmente vividi, nel periodo travagliato dell’adolescenza, in momenti difficili della propria vita… Avrai sentito parlare di OBE (Out of Body Experience), o addirittura di NDE: Near Dead Experience; se ti interessa affronto tali episodi nell’articolo “OBE e NDE – Esperienze fuori dal corpo e Viaggi Astrali”.
Ma non conoscere questa possibilità ha fatto sì che l’esperienza passasse inosservata, come purtroppo accade con gran parte delle potenzialità umane…
Sicuramente il periodo che ho trascorso in India mi ha permesso di sperimentare sulla mia pelle certe realtà fuori dall’ordinario. Dopo un’esperienza diretta, non si tratta più di scegliere se “credere” oppure no. Si tratta di scavare a fondo per trovare gli strumenti per capire.
Nella misura in cui tutto ciò serve a migliorare la nostra vita quotidiana.
Ti propongo allora l’ultima domanda: quanto tutto ciò cambierebbe in positivo il tuo “vivere quotidiano”?
Riflettici bene, e agisci di conseguenza.
Approfondisci, esplora, studia, oppure lascia perdere tutto e concentrati su altro, su ciò di cui hai bisogno per sentirti completo e sereno.
Sappi che non è possibile conoscere tutto, ma forse, se capita l’occasione, è fondamentale trovare le risposte a ciò che riteniamo importante.
Ad esempio – e con questo appunto ti saluto e concludo – il concetto di reincarnazione era presente anche in religioni più occidentali come il Cristianesimo e l’Islam, ma è stato rimosso nel corso dei secoli a causa della sua… “scomodità”.
La stessa credenza permea tutt’oggi le antichissime pratiche sciamaniche dei nativi americani, che trovano incredibili corrispondenze tra le tradizioni sciamaniche africane, quelle himalayane, quelle giapponesi e, insomma, di ogni cultura del globo.
Avrò modo di approfondire tutto ciò in altri articoli… Intanto ti invito a fare lo stesso, così che la lettura diventi un dialogo, e il dialogo un confronto in grado di arricchire tutti noi!
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