Negli ultimi articoli abbiamo iniziato ad analizzare le energie sottili, osservandole sia dal punto di vista della medicina tradizionale cinese che da quello delle scienze Ayurvediche, e, sebbene manchino ancora molti aspetti di approfondire, ormai ti sarai fatto un’idea di cosa si intende per qi, per prana, eccetera.
Per comodità siamo abituati a collocare tali energie all’interno del corpo umano.
Siamo davvero sicuri che sia così?
Indubbiamente quelle energie eteriche fanno parte della nostra persona, della nostra “macchina umana”, e l’influenza che hanno sulla nostra salute (fisica, mentale ed emotiva), sulla nostra vitalità e sulla nostra longevità lo dimostra inequivocabilmente.
Ma cosa intendiamo noi occidentali per corpo umano?
L’insieme di carne e ossa che lo compongono, i tessuti muscolari, gli organi e i fluidi al suo interno… Ebbene, l’energia invisibile che ci anima non si trova esattamente in questi “luoghi fisici”, ma negli aggregati sottili che li compenetrano, esistendo al tempo stesso su altre dimensioni, ad altre frequenze vibratorie.
Ho iniziato a parlarti di questo strano concetto nell’articolo “Perché cadiamo prima di addormentarci?”, nel quale affronto il tema delle lunghezze d’onda, e del modo in cui gli organi dei cinque sensi, di cui siamo dotati, riescono a tradurle in sensazioni leggibili.
Sull’infinito spettro delle possibili frequenze, le lunghezze d’onda che riusciamo a percepire rappresentano un segmento davvero piccolo.
Nel corso dei secoli siamo arrivati a comprendere sperimentalmente che, a livello microscopico, particelle come i fotoni possiedono contemporaneamente sia caratteristiche ondulatorie che caratteristiche corpuscolari.
Così, tra le varie scienze che esplorano le leggi dell’universo, è nata la fisica quantistica, che ho introdotto brevemente nell’articolo “Dimensioni quantistiche e Yogin vegani: l’inutilità spirituale della dieta vegana”.
Si tratta infatti del primo tentativo di analizzare le interazioni tra materia ed energia (radiazione), elementi descritti al tempo stesso come fenomeni ondulatori ed entità particellari.
Anni di osservazioni e test di laboratorio hanno costretto gli scienziati occidentali a giungere alle stesse conclusioni dei mistici orientali… Ovvero a postulare l’esistenza di dimensioni superiori alla terza e alla quarta!
Senza perdersi nei meandri della fisica quantistica, e riallacciandosi all’antico principio di Ermete Trismegisto, secondo il quale “ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso […]”, l’uomo di fatto possiede “all’interno” del proprio veicolo fisico le stesse dimensioni dell’universo che abita.
Tentativi di traduzione
Come ho ampiamente argomentato nell’articolo “Il problema del linguaggio: come tradurre le antiche culture orientali in scienza occidentale”, la difficoltà più grande nell’affrontare questo tema sta nel decidere quale sia la terminologia più adeguata per comunicare concetti così poco tangibili.
Se è vero infatti che all’orecchio occidentale suonano ormai familiari parole come “anima”, “spirito” e “vitalità”, sebbene non abbiano proprietà misurabili fisicamente, che dire di “energia sottile”, “corpo astrale”, “etere” e così via?
In oriente, da millenni, la vita materiale scorre mano nella mano con la realtà spirituale. Viaggiano in Asia è facile accorgersi di come il mondo invisibile penetri la quotidianità, ed il regno dei morti sia amalgamato a quello dei vivi… A volte è perfino impossibile discernere le due dimensioni, tanta è l’importanza data dagli orientali a “ciò che viene dopo”. O almeno così era in passato…
Cito ora un breve paragrafo dell’articolo sulle dimensioni quantistiche e gli yogin vegani:
“Dando per certa la reincarnazione, gli orientali, fin dai tempi remoti, hanno capito che quella “di materia” non è la naturale condizione umana. Anche perché, parlando senza peli sulla lingua, sappiamo che sul pianeta Terra l’indice di mortalità è sempre del 100%!
Hanno allora definito dei “substrati” sovrapposti al corpo di materia, chiamandoli corpo emotivo, corpo energetico, corpo eterico, corpo spirituale, anima e così via… Esistenti su frequenze d’onda non percepibili ai comuni cinque sensi.
Se è vero che per gli scienziati la quarta dimensione è il tempo, è altrettanto vero che per gli orientali questa “bolla spazio-temporale” è contenuta in uno specifico campo elettromagnetico, che costituisce la “manifestazione energetica” delle emozioni, del pensiero razionale, del dualismo yin-yang, del mondo astrale e dell’energia animale, a sua volta fonte della “vitalità” dei nostri corpi.
Indipendentemente (di nuovo!) dal nome che preferiamo dargli – tempo o elettromagnetismo astrale – questa quarta dimensione fa parte a tutti gli effetti del mondo in continua decadenza della materia.”
In questo articolo voglio osservare più nel dettaglio gli “aggregati vibrazionali” che compongono la “macchina umana”.
I nomi italiani di questi corpi sottili hanno infatti moltissime traduzioni, a seconda della cultura che ha tentato di descriverli e del periodo storico in cui sono stati analizzati.
Un’interpretazione italiana dei corpi sottili
Parlo sempre di tradizioni orientali nei miei articoli, ma devi sapere che anche da questa parte del mondo grandi ricercatori del passato hanno cercato di dare un nome alle loro intuizioni circa la vera natura umana.
Uno degli ultimi è stato Tommaso Palamidessi, il quale, sebbene influenzato sia dalla cultura asiatica che dalla religione cattolica, ha trasposto la scienza dei corpi sottili in un linguaggio originale e degno di nota.
Nel suo libro “Tecniche di risveglio iniziatico – I Centri di forza e la Metafisica sperimentale”, un’opera cardine della “scienza Archeosofica”, argomenta la sua personale lettura esoterica della Bibbia cristiana, i centri di forza (i chakra), l’influenza dei pianeti e delle stelle sull’uomo (un’astrologia molto approfondita) e la composizione degli strati sottili della “persona umana”.
A tal proposito scrive le seguenti parole:
“Il corpo fisico fatto di nervi, sangue, ghiandole e quanto altro entra nella sua composizione elettrobiochimica, è compenetrato e rivestito di altri corpi energetici, ed essendo di energia li abbiamo chiamati corpi sottili designando per ognuno di essi un nome:
- Corpo eterico;
- Corpo emozionale;
- Corpo mentale;
- Corpo causale.
Ognuno di questi ha scambi con un oceano di energia eterica, emozionale e mentale. Questi corpi energetici o metafisiologici (nel senso che vanno oltre la fisiologia) sono gli strumenti dell’Uomo vero, dell’Uomo che sopravvive alla morte fisica: Uomo costituito di spirito, anima emotiva e anima erotica.”
E così via, integrando le tradizioni cristiane con quelle orientali…
Discostandosi però dalla terminologia che utilizzo abitualmente nei miei articoli, ho deciso di approfondire l’argomento “corpi sottili” affidandomi ad un altro grande ricercatore occidentale del passato, che ha fatto dell’oriente la meta delle sue avventure ed esplorazioni.
Alfred Percy Sinnett: da giornalista a esploratore metafisico
Saggista, giornalista e teosofo inglese, Alfred Percy Sinnett nacque a Londra nel 1840, e fin da bambino si ritrovò immerso nella cultura e nell’arte della scrittura.
Dopo aver lavorato come giornalista a Londra e a Hong Kong, nel 1972 si trasferì in India con la famiglia. Divenuto un’autorità nella cultura indiana, rientrò per un breve periodo a Londra, dove venne in contatto con lo spiritismo, dottrina apparsa per la prima volta in Francia nel 1857.
Il libro che lo introdusse al mondo esoterico fu “Iside Svelata”, che ho già citato in alcuni articoli, di Helena Blavatsky, occultista e medium russa co-fondatrice della Società Teosofica (1875), alla quale ben presto aderì anche Sinnett.
Influenzato dalla corrispondenza con la stessa Blavatsky e con i cosiddetti Mahatma, i maestri ascesi, Sinnett compose due opere di fondamentale importanza per la diffusione della teosofia e delle conoscenze esoteriche nel mondo: “Il mondo occulto” (1881) e “Buddhismo esoterico” (1883).
È in quest’ultima che riporta il seguente schema, addentrandosi nei misteriosi sette “princìpi” che compongono l’essere umano secondo le scienze occulte orientali:
Rûpa – Il Corpo
Innanzitutto Sinnett riconosce di “incorrere in una certa degradazione” tentando di inserire in una semplice tabella simili concetti trascendentali.
Purtroppo però non sono molte le alternative se vogliamo riportare nero su bianco ciò che abbiamo capito di questa branca della realtà, non sempre esprimibile a parole…
Partendo dal corpo, possiamo dire che tutti gli elementi che lo compongono fanno parte della terza dimensione della materialità, perfino i gas più sottili.
Non c’è bisogno di elencare le parti anatomiche che compongono un corpo, quindi lasciamo pelle, muscoli, ossa, organi e fluidi a chi se ne occupa di mestiere, e proseguiamo verso le dimensioni più sottili dell’esistenza.
Prana o Jîva – La Vitalità
La cosiddetta Vitalità è ciò che contraddistingue la materia inorganica, inerte, dalla “materia viva”.
Si tratta comunque di materia, ma nella sua forma sottile di energia, nel suo aspetto di forza. Basta ripensare a quanto detto a proposito della doppia natura delle particelle, corpuscolare e ondulatoria, per capire l’affinità tra questa energia sottile e la materia nuda e cruda…
Quando il corpo muore, questa energia vitale rimane legata ad esso, ne governa il processo di decomposizione e, successivamente, si distribuisce al suolo dove il corpo è seppellito, o agli animali che se ne nutrono, secondo l’eterno principio per cui nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Linga Sharira – Il Corpo Astrale
Il Corpo Astrale è il duplicato eterico del corpo fisico, una specie di involucro che contiene e guida l’energia vitale appena descritta.
Alla morte del corpo fisico, sotto particolari circostanze, può rimanere visibile per un determinato lasso di tempo, e in molti credono che sia il fantasma della persona.
Non è così, trattandosi di un semplice aggregato incorporeo di energie sottili, molecole senza vita e senza coscienza.
I veri e propri “fantasmi” incorporano le emozioni, i desideri e gli attaccamenti dell’essere umano deceduto… Ma ne parlerò più avanti!
Non si tratta neppure del responsabile delle famose “esperienze fuori dal corpo” (vedi l’articolo “OBE e NDE – Esperienze fuori dal corpo e Viaggi Astrali”), dato che, se il Linga Sharira lasciasse l’involucro fisico, il prana vitale si disperderebbe, causando la morte del soggetto.
In ogni caso, in futuro, continuerò ad utilizzare questo termine, ormai entrato nel linguaggio comune, per parlare dei viaggi astrali e delle esperienze di premorte.
Con il Linga Sharira si concludono i tre aggregati “più bassi” che costituiscono la macchina umana, aggregati destinati a svanire con la morte del corpo fisico, il Rûpa.
Kâma Rûpa – Anima Animale
Primo a far parte della natura più elevata dell’uomo, il quarto principio può essere tradotto dal sanscrito anche come “Corpo del Desiderio”, o “Veicolo della Volontà”.
Il Kâma Rûpa incarna il più alto principio sviluppato dalla bruta creazione, la somma degli istinti animali e della forza dirompente che spinge, metaforicamente parlando, verso l’alto e verso il basso allo stesso tempo, arrivando perfino ad influenzare il Manas, che dovrebbe controllarne gli impulsi.
Se hai letto l’articolo “Jing, Qi, Shen, i tre tesori: risveglia il tuo potenziale e vivi in salute”, teoricamente si potrebbe paragonare al Jing, ma è soltanto una mia teoria…
Tu cosa ne pensi?
Manas – Anima Umana
Il Manas è la sede della memoria e dell’intelletto.
La porzione di questo aggregato controllata dal quarto principio, la sopracitata Anima Animale, è la vera responsabile della proiezione astrale degli adepti, che guarda caso avviene proprio in “quarta dimensione”.
Si tratta infatti di un’esperienza ancora legata al dualismo di basso rango tipico della terza dimensione, e le sue “applicazioni” nell’evoluzione spirituale sono alquanto limitate: sebbene aiuti a prendere consapevolezza delle proprie potenzialità, i rischi legati ai mondi astrali non valgono lo sforzo di orientare in tale direzione le proprie energie…
In ogni caso approfondirò l’argomento in un articolo specifico!
Tornando al quinto principio, il Manas, Sinnett afferma che nella maggior parte dell’umanità non è completamente sviluppato.
Ci troviamo infatti su questo piano dell’esistenza al fine di evolvere, quindi è naturale che i più alti principi siano ancora “bambini”, con tutte le potenzialità di crescere attraverso gli strumenti che abbiamo a disposizione: la compassione, l’amore, la conoscenza, la meditazione, la purificazione del karma e così via…
Un punto, quest’ultimo, a sostegno della mia teoria, ovvero la corrispondenza del Manas al Qi descritto dai classici cinesi, così come il Jing equivale al Kâma Rûpa e lo Shen al Buddhi, che andiamo ad analizzare adesso…
Buddhi – Anima Spirituale
Proprio come lo Shen, il Buddhi non è che allo stato embrionale.
È difficile esprimere in parole semplici concetti così impenetrabili, così lontani dai nostri rassicuranti cinque sensi.
Eppure una parte della nostra coscienza è consapevole di quel “qualcosa di più”, di una linea sottile che guida e accompagna la nostra vita…
Il Buddhi è quella linea, che tiene unita la nostra essenza di vita in vita, di incarnazione in incarnazione.
Da questa “Anima Spirituale” si forma la nostra personalità al contatto con il nuovo corpo fisico, e si genera il quinto principio, “l’Anima Umana”, che a sua volta genera il quarto e ne viene degradata, proporzionalmente all’evoluzione conseguita dalla nostra individualità nella somma delle vite precedenti… Fino alla sconfitta dell’Ego, e/o al risveglio della Kundalini…
Âtma – Spirito
Il settimo principio è l’inconoscibile per eccellenza.
È l’Uno, il raggiungimento dell’unione con tutta la vita nel creato e con la creazione stessa… La causa suprema dell’esistenza in ogni sua forma conosciuta e sconosciuta…
Ma come vedi le parole non possono sopperire alla distanza con un concetto che nessun uomo ha mai sperimentato davvero.
Tutto ciò che si può fare è tentare di comprendere le antiche scritture che ne parlano, retaggio di un mondo molto più evoluto di quanto crediamo…
Occorre leggere tra le righe, lasciar vagare l’immaginazione, lasciare che l’intuito dinamico guidi la nostra consapevolezza profonda…
E ancora non basta.
Allora ci ricordiamo di essere umani, di trovarci su questo piano per una ragione precisa, e che il solo tentare di scoprire questa ragione sia sufficiente ad impegnare ogni nostra energia, senza bisogno di perderci in speculazioni filosofiche sull’inconoscibile!
Spero che questo articolo ti sia stato utile per far chiarezza, quantomeno, sulla terminologia tipica dei testi esoterici, metafisici e spirituali!
Sicuramente ci servirà come riferimento per i futuri articoli, nei quali affronteremo argomenti legati ai diversi piani dell’esistenza e all’evoluzione dell’Io.
Se hai domande scrivile nei commenti o contattami in privato!
A presto!
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