Jing, Qi, Shen, i tre tesori: risveglia il tuo potenziale e vivi in salute

19 Ott 2020 | Arti Marziali e Salute

Questo articolo contiene una parte di teoria fondamentale per procedere nell’esplorazione di sé, soprattutto per coloro che hanno abbracciato le discipline orientali come strumento di indagine, ricerca e sviluppo delle proprie capacità.

Alla base delle arti marziali tradizionali infatti, e di molte altre “pratiche per la salute” di origine asiatica, c’è il concetto di energia sottile.

È un argomento spinoso, nel quale convergono molti preconcetti, false credenze, fattori culturali e…cartoni animati!

Se hai letto l’articolo “Il problema del linguaggio: come tradurre le antiche culture orientali in scienza occidentale”, ti sei già fatto un’idea di come, a volte, nozioni apparentemente agli antipodi necessitino in realtà soltanto della giusta traduzione.

Potremmo infatti sostituire la definizione “energia sottile” con i termini “campo elettromagnetico umano” o “bioenergia”.

Ma è davvero necessario?

Al di là del credere o meno all’esistenza di tale “sostanza sottile”, la difficoltà rimane comunque la stessa: come si può parlare di qualcosa che trascende i nostri cinque sensi?

Com’è possibile capire un concetto che non può essere osservato, sentito, toccato…?

Per il momento limitiamoci quindi ad analizzare, da bravi studenti, come le più antiche civiltà del pianeta, seppur con linguaggi diversi, siano giunte alle medesime conclusioni circa la composizione della nostra cara “macchina umana”.

 

Bionergia, Qi, Etere, Prana, Ki, Forza Vitale…

Qualunque cultura, lontana nel tempo e nello spazio, ha cercato di definire questa “energia sottile” con un nome specifico, associandole anche un sistema di principi che ne regolano il funzionamento e lo scopo.

Così i giapponesi l’hanno chiamata ki, gli indiani prana, gli esoteristi occidentali etere, gli scienziati europei e americani bioenergia e, in linea di massima, chi si occupa di cinema forza vitale! (Sì, proprio la famosa forza di Star Wars!)

I cinesi invece hanno scelto il termine qi (o ch’i) per indicare questa energia vitale, sulla quale si basa gran parte della loro millenaria medicina tradizionale, che ha saputo far fronte a patologie e disfunzioni di varia natura in modo completamente diverso rispetto alla medicina occidentale.

La civiltà antica dalla quale inizia il nostro studio è proprio quella cinese!

 

Dantian: il campo del cinabro e il triplice riscaldatore

Senza perdersi nei meandri della medicina tradizionale cinese, andiamo ad esplorare la teoria riguardante un particolare organo, e tutte le forme di energia ad esso associate.

Il triplice riscaldatore è un “organo sottile” contemplato soltanto dalla medicina orientale: in pratica non ha una consistenza fisica, né una posizione vera e propria all’interno del corpo umano, ma raccoglie differenti tipologie di energia, collegate a determinati organi interni.

Può essere considerato sotto due diversi aspetti: o come meridiano (leggi l’articolo dedicato!), ovvero un canale energetico che percorre tutto il corpo, collegandosi ad organi e punti specifici, oppure come l’insieme dei tre dantian: quello inferiore, quello intermedio e quello superiore.

Il termine dantian viene comunemente tradotto come “campo (tian) del cinabro”, a sottintendere figurativamente il terreno – crogiolo alchemico (dan) – dove viene coltivato il cinabro, ingrediente fondamentale per la famosa trasformazione ricercata dagli alchimisti del passato, che con l’aiuto del fuoco ricercavano l’elisir dell’immortalità.

Come si traduce tutto ciò in qualcosa di utile per la nostra salute?

Ebbene, il calore di cui parliamo è questa energia interna, contenuta in varie forme nei rispettivi dantian.

I testi collocano questi tre “recipienti” in specifiche zone del corpo umano:

  • Il dantian inferiore (Xia) si trova nel basso addome, è associato all’energia della Terra e custodisce il Jing, l’essenza vitale;
  • Il dantian intermedio (Zhong) è al centro del petto, associato all’energia dell’Uomo e custode del Qi, l’energia vitale;
  • Il dantian superiore (Shang) si trova invece all’altezza della fronte, collegato all’energia del Cielo e custode di Shen, la coscienza spirituale.

La corrispondenza tra dantian e tipo di energia è più che altro una convenzione, perché sebbene i vari dantian fungano da serbatoi principali, tutte le energie concorrono nel funzionamento “del corpo e dello spirito”, raggiungendo quindi ogni punto della “macchina umana” attraverso il sistema circolatorio dei meridiani, al quale ho già accennato.

Il daoismo (o taoismo) è senza dubbio la corrente di pensiero all’origine di questa suddivisione, e infatti Zhuangzi, nell’omonimo testo risalente al IV secolo prima della nostra era, scrive: “io vivo e muto insieme al Cielo e alla Terra”, con molti altri riferimenti all’uomo come essere perfettamente integrato nell’ambiente che lo circonda.

Quest’ultima è infatti la condizione necessaria per vivere in salute e raggiungere un’alta evoluzione spirituale… Ma vediamo più da vicino queste tre forme di energia: Jing, Qi e Shen.

Energia spirituale salute medicina tradizionale cinese

San Bao: i tre tesori

Le tre energie che circolano all’interno dell’essere umano – e nel cosmo! – vengono chiamate i tre tesori (san bao) o le tre origini (san yuán), perché considerate le radici della vita.

Gli esercizi respiratori e meditativi del Daoyin (conosciuto come Qi Gong dagli anni cinquanta del secolo scorso) hanno lo scopo di preservare, incrementare e raffinare queste energie sottili, con il fine ultimo di prolungare la vita, conservare la salute ed accrescere la consapevolezza spirituale.

Questi esercizi possono essere sia statici che dinamici, ovvero tecniche da effettuare con movimenti lenti oppure nella più assoluta immobilità (avrò modo di entrare nei dettagli durante i miei corsi). Qualcuno dice che il tipo di energia accumulata o coinvolta cambi a seconda del metodo scelto… Ma è inutile addentrarci in simili sottigliezze!

È importante invece sapere che Jing è la base, Qi è la forza traente e Shen è il fattore guida, e tutte e tre sono costituite da una parte prenatale e da una postnatale.

Mentre l’energia prenatale è il “retaggio energetico” che ci viene fornito dai nostri genitori, e può essere soltanto preservato al meglio e mai incrementato, la parte di energia postnatale è soggetta ad un continuo accumulo e consumo, derivando da aria, cibo e altre trasformazioni che andremo ad analizzare.

 

Jing, l’essenza della vita

Il termine Jing significa “riso raffinato”, la quintessenza di qualcosa, il seme della vita. “Essenza vitale” è il modo in cui ci si riferisce generalmente a questo tipo di energia, che infatti costituisce il nutrimento energetico fondamentale del corpo.

Oltre all’aspetto energetico, Jing identifica anche i fluidi circolanti nel corpo umano.

Determina la costituzione dell’individuo, lo sviluppo dell’organismo, l’invecchiamento, e regola la vitalità e le funzioni sessuali.

Come spesso ci ricorda il daoismo, la condotta morale e l’astenersi dagli eccessi ci permettono di conservare più a lungo il Jing prenatale, mentre il Jing postnatale può essere ricostituito dalla purificazione del cibo ingerito e dell’aria respirata.

Anche la respirazione diaframmatica svolge una funzione determinante nella conservazione e nell’accumulo delle energie sottili, ma tornerò su questo tema in più occasioni, sia negli articoli che nei corsi, in quanto costituisce uno dei pilastri fondamentali della pratica marziale e dello star bene in generale.

 

Qi, la forza vitale

È il respiro dell’universo, e al tempo stesso l’energia vitale che collega gli elementi del corpo umano e ne regola il funzionamento.

L’uomo deve quindi vivere in armonia con i cicli della natura, affinché non si creino disarmonie tra lui e l’ambiente, né tra i suoi organi interni.

Anche in questo caso l’energia Qi deriva da quella che ereditiamo dai nostri genitori, dall’aria che respiriamo e da ciò che ingeriamo.

Il processo di decadimento organico può quindi essere rallentato attraverso la preservazione delle nostre energie interne e conoscendo i corretti metodi per raffinare ed immagazzinare l’energia che l’universo ci fornisce continuamente.

In questo articolo il focus è su questa cosiddetta energia… Ma se ti serve un termine di paragone, puoi rileggere l’articolo “Empatia: il segreto del sentire l’altro”, che evidenzia come le emozioni influenzino il nostro stato d’animo e la nostra salute.

Il meccanismo è esattamente lo stesso! L’invisibile impone sempre il suo tributo sul visibile, per quanto possa essere negato…

 

Shen, lo spirito

Shen, o coscienza spirituale, è la forma di energia più raffinata e sottile che possediamo, la luce mentale che coordina la funzioni fisiologiche, i processi conoscitivi e la nostra integrazione con l’universo che ci circonda.

Il “Libro classico di medicina interna dell’Imperatore Giallo” afferma che “Lo Shen si rivela in un occhio vivo e in una mente concentrata. Non lo si può descrivere; solo la coscienza lo rende manifesto.

L’atteggiamento mentale, la concentrazione, l’integrità morale, la consapevolezza, la presenza di spirito… Sono tutti indici di un elevato livello di Shen.

 

Trasformazioni interne

Avrai notato che non ho parlato del modo di accumulare quest’ultima forma di energia.

In effetti i nutrimenti esterni come aria, acqua e cibo non sono l’unico modo per ottenere energie sottili, ma esiste anche la possibilità di trasformare energie grossolane in forme più raffinate di sostanze vitali.

È proprio il caso di Shen, che deriva dalla trasformazione del Qi, il quale a sua volta, oltre che da aria e cibo, nasce dalla trasformazione del Jing, la forma più grezza di energia presente nel corpo umano.

Ma come avviene questa trasformazione?Taichi allenamento concentrazione

Alcuni testi antichi la affidano a specifici esercizi di respirazione e di meditazione, pratiche di purificazione ecc. Altri invece parlano di uno “spostamento effettivo” dal dantian intermedio (“residenza abituale” del Qi) al dantian superiore (casa dello Shen).

Personalmente ritengo che questa trasformazione avvenga quando si presentano determinate condizioni.

Così come nessuna delle tre energie è bloccata nel proprio dantian, ma circola liberamente nel nostro corpo in linea con le leggi di mutamento, allo stesso tempo non ci sono regole fisse per evolvere il proprio Qi in Shen

Esistono semmai delle linee guida, che pian piano ci portano a diventare sempre più consapevoli del nostro corpo, ad avere più padronanza dei nostri pensieri, e a controllare attivamente il nostro respiro.

Tre fattori che, ammettiamolo, vengono abitualmente lasciati al caso!

 

Consapevolezza energetica o altro?

Diciamoci la verità… Tutta la teoria di cui abbiamo parlato finora non è esattamente semplice da tradurre in termini pratici!

Ti tornerà di certo in mente la domanda posta nel primo paragrafo: come si può parlare di qualcosa che trascende i nostri cinque sensi?

Alla quale aggiungo un paio di quesiti: qual è la relazione tra conoscere e percepire queste energie e manifestarle sul piano fisico? Ed è effettivamente possibile misurare e distinguere queste tre energie?

Per quanto riguarda il poterle misurare, personalmente credo di no. Così come credo che sia una perdita di tempo provarci!

O meglio… Nelle arti marziali tradizionali ci alleniamo a percepire qualcosa di più, una pressione, un formicolio, del calore, una vibrazione…in un determinato punto del corpo, nel quale concentriamo l’attenzione della mente.

Chi ci assicura però che quello che sentiamo non sia in realtà uno stimolo nervoso, la circolazione sanguigna o altro?

Potrei dirti che con l’esperienza e la pratica ne diventiamo consapevoli… Ma è davvero necessario nella vita di tutti i giorni?

Per di più siamo legati al principio scientifico secondo il quale un elemento esiste soltanto quando può essere definito da determinate caratteristiche fisiche…

È il momento di allontanarci da questo mindset ed aprirci ad una nuova possibilità: capire l’entità di queste forme di energie sottili misurando gli effetti che uno specifico stile di vita ha sul nostro corpo.

E qui tenterò di rispondere ad una domanda circa la manifestazione di queste energie sul piano fisico…con un’altra sfilza di domande!

  • Quanto siamo energici durante la nostra giornata?
  • In quante ore il sonno riesce a darci il ristoro di cui necessitiamo?
  • In che misura la libido assorbe le nostre energie?
  • Quanto a lungo rimaniamo concentrati su un’attività che pratichiamo?
  • Quanto spesso ci ammaliamo?
  • A che età spuntano i primi capelli bianchi?
  • Quanto è forte la nostra memoria?
  • Sappiamo cosa vogliamo? E abbiamo sufficiente volontà per raggiungere tali obiettivi?
  • Quanti dolori cronici dobbiamo sopportare?
  • Affrontiamo stress, ansia, stati emotivi disturbanti e comportamenti autolesionisti?
  • Siamo apatici o produttivi?

Potrei continuare all’infinito… E ognuna di queste domande meriterebbe un articolo a sé!

Cerca di rispondere con la tua storia e la tua condizione personale, perché si nasconde qui il fattore chiave: il dominio della mente sul corpo, il recupero di una vitalità dirompente e l’acquisizione di una grande consapevolezza, passando attraverso la quotidiana respirazione diaframmatica, una corretta alimentazione, l’astenersi dagli eccessi, il controllo dei pensieri e delle emozioni, l’armonizzazione dei propri movimenti e così via.

Non occorre diventare monaci o maghi per stare bene!

È fondamentale, prima di tutto, volerlo.

Poi è necessario conoscere quanto più possibile, prendere coscienza di tutte le possibilità prima di scegliere quale si addice di più al nostro stile di vita e al nostro ambiente

Avevi mai incontrato questi concetti nel tuo percorso di studio?

Scommetto di no…

E allora, come potevi scegliere?

Come potevi essere curioso, se non sapevi dove andare a curiosare?

Cosa doveva stimolare la domanda giusta, se il fatto stesso rimaneva nascosto nella trama di uno stupido cartone animato?

Non è possibile che migliaia di anni di cultura e ricerche siano interamente da buttare, ma per uno studio in chiave moderna c’è bisogno innanzitutto di entrare in contatto con l’argomento, di interessarsene, e di intraprendere un percorso che ci permetta di verificarne l’attendibilità.

Yoga medicina ayurvedica

Corrispondenze interculturali

All’inizio dell’articolo ho dato molti nomi a questa “energia sottile”… Che ne pensano le altre culture?

Ovviamente parlare di tutto richiederebbe un libro intero!

Voglio però darti uno spunto di riflessione, attingendo dalla cultura indiana.

La medicina ayurvedica si basa infatti sul concetto dei tridosha, bioenergie che influenzano la materia vivente, la mente e l’universo intero.

All’interno del corpo umano questi tre tipi di dosha sono collocati, guarda caso, quasi esattamente nella stessa posizione dei tre dantian

Cosa significa? O meglio…cosa implica?!

Proviamo a scoprirlo insieme nel prossimo articolo: “Vata, Pitta, Kapha: quale è la tua energia dominante?!

A presto!

 

 

Roberto Fagnani

COACH DI GUERRIERI MODERNI E CONSULENTE DI VIAGGI INTERIORI

Coach di crescita personale per scoprire te stesso attraverso metodi non convenzionali: Arti Marziali orientali, libri, viaggi e antiche scienze spirituali.

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