“Il lama, per tutto quel tempo, aveva accarezzato il morente dalla clavicola alla sommità della testa in un modo che – come è stato dimostrato – libera lo spirito senza sofferenza.
[…] Il massaggio continuò, mentre l’aura psichica del vecchio si affievoliva sempre più e infine svaniva del tutto. Un improvviso, secco suono esplosivo venne emesso dal lama, secondo l’antichissimo rituale, allo scopo di liberare completamente lo spirito che si dibatteva.
[…] La morte… Un altro vecchio era partito per il suo lungo ciclo di esistenze, dopo aver tratto profitto, forse, dalle lezioni di questa vita, ma destinato a continuare fino a quando non avesse raggiunto l’illuminazione del Buddha, dopo lunghi, lunghi sforzi.”
Questi brevi paragrafi sono tratti dal best-seller del 1956 “Il Terzo Occhio”, di Lobsang Rampa, autore tanto osannato quanto criticato. Sembra infatti che, sotto le mentite spoglie di un monaco tibetano, ci fosse in realtà un signore inglese, mai stato in Oriente!
Tale Cyril Henry Hoskin però annovera nella sua biografia un’esperienza decisamente particolare: in seguito ad un grave incidente, riavutosi dalla commozione cerebrale, mostrò improvvisamente una nuova personalità.
Sono sicuro che alcuni di voi hanno riconosciuto immediatamente il fenomeno del channeling, o canalizzazione… Ma non voglio divagare dall’argomento principale!
Ho iniziato con questa citazione soltanto per creare l’atmosfera che ti saresti aspettato nel parlare di reincarnazione: buddhismo, vecchi saggi orientali, lama leggendari e antichi rituali esoterici.
L’aspettativa…
La vera storia del dottore americano Brian Weiss
Ebbene sì, non ti parlerò di cultura orientale in questo articolo!
In molti altri scritti menziono la sicurezza tipicamente asiatica circa il processo di reincarnazione.
Questo concetto è al centro di grandi religioni come il Buddhismo e l’Induismo, tuttavia, approfondendo gli studi, è facile ritrovarlo anche nelle versioni arcaiche delle religioni nostrane.
Si dà il caso che infatti, anche in religioni come l’Islam ed il Cattolicesimo, la reincarnazione sia stata un antico pilastro della fede.
Ma i dogmi si sa, come le cronache del passato, sono scritti dai potenti… E per quale motivo i popoli sottomessi avrebbero dovuto sottostare alle angherie dei regnanti, se avessero avuto la certezza di molte altre vite ad attenderli per redimersi dalle azioni di ribellione?
Forse era più comodo lasciare alle masse una sola vita, ed il terrore di un inferno eterno in agguato in caso di disobbedienza…
Questa però è un’altra storia… A noi adesso interessano le possibilità nascoste del presente, le potenzialità sopite dell’essere umano, non le scelte di grandi o piccoli personaggi del passato.
Quindi, evitando ogni condizionamento, esploriamo la vera storia di Brian Weiss, un esempio contemporaneo di come la scienza occidentale possa accedere alle conoscenze orientali e, senza troppi giri di parole, giungere alle medesime conclusioni!
[Se ti interessa questa convergenza di sapere, ne parlo in “Il problema del linguaggio: come tradurre le antiche culture orientali in scienza occidentale”.]
Brian Weiss: un normalissimo psichiatra conservatore
La prima parte della vita del dottor Weiss è la tipica storia americana a lieto fine.
Nato in una famiglia non troppo benestante, ma circondato dall’affetto dei suoi cari, riuscì a diplomarsi alla Columbia University di New York e in seguito a conseguire una laurea a Yale, specializzandosi poi in psichiatria.
Dopo due anni a Pittsburg, si trasferì all’Università di Miami come direttore della divisione di psicofarmacologia.
Quattro anni dopo, forte di molte pubblicazioni e scritti scientifici di fama internazionale, divenne primario di psichiatria in un grande ospedale di Miami.
Insomma, una carriera splendida, costruita sulle solide fondamenta del pensiero scientifico e lungo le vie ultraconservatrici della psicanalisi.
Non c’era stato spazio per gli studi parapsicologici, né per la fede, né tantomeno per il mondo della spiritualità.
Almeno fino all’incontro con Catherine…
Una paziente mandata dal destino
Catherine (nome di fantasia) era una bellissima ragazza di ventisette anni, piena di ansie e paure. Quando attraversò per la prima volta i corridoi del Dipartimento di Psichiatria del dottor Weiss, con grande sforzo e colma di reticenze, era ben lontana dall’immaginare cosa l’avrebbe aspettata…
Le prime sedute furono normali: nonostante la tensione e il nervosismo, Catherine rivelò al dottore la sua paura del buio, il timore dell’acqua, l’ansia di soffocare, di volare e… Il terrore della morte. Paure che, con il tempo, non facevano che peggiorare, rendendole la vita impossibile.
Incubi e sonnambulismo si erano infine aggiunti ai continui disagi della sua esistenza.
In questi casi la prassi seguita dal dottor Weiss era la prescrizione di pillole tranquillanti e farmaci antidepressivi, ma poiché la paziente aveva pochissime memorie della sua prima infanzia, decise di ricorrere all’ipnoterapia per cercare eventuali cause di stress tra i ricordi rimossi.
Ma Catherine si rifiutò, optando per un’analisi introspettiva nel normale stato di coscienza: ovviamente, temeva anche l’ipnosi.
Trascorsero diciotto mesi di intensa psicoterapia. Sebbene Catherine ricordasse sempre più particolari dell’infanzia, analizzasse le sue emozioni e correggesse i suoi modelli di comportamento, i miglioramenti non c’erano.
Insomma, nonostante le ottime premesse, qualcosa dentro Catherine ancora non funzionava, e gli attacchi di panico continuavano a torturarla.
Brian Weiss, malgrado la frustrazione, decise di non arrendersi. Una grande risoluzione dentro di lui gli dava la forza di rimanere saldo nel suo intento: aiutare Catherine.
Una gita fuori porta: ricordi dal passato
Come ormai avrai capito, il caso gioca un ruolo fondamentale nell’evoluzione della coscienza individuale.
Così, nonostante la paura di volare, il compagno di Catherine riuscì a convincerla ad accompagnarlo ad una conferenza a Chicago.
Gli eventi li trascinarono ad una mostra egizia nel museo d’arte della città, dove si unirono ad una visita guidata.
Sebbene Catherine avesse sempre mostrato interesse per le antiche arti egiziane, non aveva mai avuto occasione di studiarne la storia. Nonostante ciò, quando la guida descrisse alcuni manufatti, lei si trovò a correggerla…e aveva ragione!
Com’era possibile?
Ipnosi regressiva
Dopo avergli raccontato lo strano episodio, il dottor Weiss riuscì a convincere Catherine a tentare una seduta di ipnosi.
Una volta sdraiata sul lettino nell’ufficio del medico, dopo aver raggiunto un perfetto stato di rilassamento e concentrazione grazie alle istruzioni dello psichiatra, Catherine iniziò il suo viaggio a ritroso nel tempo…
In pochi minuti riportarono alla luce un evento traumatico all’età di tre anni, che aveva visto coinvolto il padre della donna, il quale, più ubriaco del solito, una notte era entrato nella sua stanza e l’aveva toccata “lì giù”.
Questo spiegava il difficile rapporto con l’uomo, il senso di distacco ed il timore costante, così il dottor Weiss pensò di aver raggiunto un gran risultato nella terapia… Dimenticandosi completamente di cercare collegamenti tra l’infanzia di Catherine e la storia egizia!
Il resto della seduta fu dedicato all’analisi del ricordo rimosso, e alle conseguenze che poteva aver avuto sull’emotività della Catherine adulta.
A dispetto dei frutti della prima ipnosi, la paziente tornò una settimana dopo con gli stessi sintomi, e nessun segno di guarigione!
“Regredisca fino all’età da cui derivano i suoi sintomi”
Fu questo il comando che aprì al dottor Weiss le porte di un mondo sconosciuto e inesplorato.
Durante la seconda seduta di ipnosi regressiva infatti, dopo aver dato tale istruzione a Catherine, cercando di scovare traumi antecedenti all’incidente con il padre, accadde qualcosa di totalmente inaspettato.
“Vedo dei gradini bianchi che portano a un edificio, un grande edificio bianco con colonne, aperto sul davanti. Non vi sono portali. Indosso un abito lungo… un sacco di stoffa grezza… I capelli sono intrecciati, biondi e lunghi.”
“[…] Mi chiamo Aronda… Ho diciotto anni… Viviamo in una valle… L’anno è il 1863 prima di Cristo.”
Puoi immaginare lo sbigottimento di uno scienziato ortodosso e conservatore di fronte ad una simile risposta!
Perfino Catherine era estranea ai concetti di reincarnazione e vite passate, provenendo da una famiglia rigorosamente cattolica conservatrice.
Nonostante tutto la regressione andò avanti, e nuovi particolari sbalorditivi vennero alla luce, come ad esempio il riconoscimento dell’attuale nipote di Catherine nella figlia di un tempo, o la presenza dello stesso dottor Weiss nelle vesti del vecchio insegnante della paziente in una vita nella Grecia del 1568 avanti Cristo.
La vita come Aronda terminò con un’inondazione del villaggio, e l’annegamento della ragazza e di tutti i suoi cari.
Entrambi piuttosto scossi dalle rivelazioni della seduta, decisero di prendersi tempo per riflettere su quanto scoperto.
I primi segni di guarigione
La settimana successiva Catherine entrò nello studio del dottor Weiss più bella e radiosa che mai (sono le parole utilizzate dal dottore stesso, quando parla di questo incredibile incontro nel suo libro “Molte vite, molti maestri”, che ti consiglio assolutamente!).
La paura di annegare era svanita, e quella di soffocare stava pian piano scomparendo.
Le ipnosi e il recupero di “ricordi” (o fantasie?) di vite passate continuarono, e ciascuna memoria di eventi tragici era accompagnata dalla guarigione del rispettivo sintomo nella vita presente della giovane donna.
Credendo di essere già molto preparato nel suo ambito di studio, il dottor Weiss decise di rimettersi in gioco, andando ad esplorare quel ramo della ricerca scientifica che testimoniava eventi legati in qualche modo alla reincarnazione.
Scoprì così intere biblioteche piene di questa letteratura, firmata da eminenti e rispettati dottori di tutto il mondo. Ian Stevenson (“Reincarnazione. 20 casi a sostegno”), Edgar Mitchell, C.J. Ducasse, Helen Wambach…solo per citarne alcuni!
Si parlava di xenoglossia, la capacità di alcuni bambini di parlare lingue straniere che non hanno mai udito, e di fluttuazione premorte: NDE – Near Death Experience, oggi comunemente conosciuta come OBE – Out of Body Experience, della quale parlo nell’articolo “Perché cadiamo prima di addormentarci?” e in “OBE e NDE – Esperienze fuori dal corpo e Viaggi Astrali”.
Nonostante tutto, i dubbi continuavano a tormentare la mente scientifica e razionale del dottor Brian Weiss. Almeno fino a quando…
Messaggi da un altro mondo
Fino a quando, durante una regressione, Catherine cambiò tono di voce, e con parole decise e sicure (molto diverse dal suo abituale modo di esprimersi!) si rivolse allo psichiatra senza esitazioni:
“Il nostro compito è di imparare a divenire simili a Dio attraverso la conoscenza. Conosciamo così poco. Lei è qui per essere il mio insegnante. Ho tanto da imparare. Con la conoscenza ci avviciniamo a Dio, e poi possiamo riposare. Dopo torniamo per insegnare agli altri e aiutarli.”
“[…] Mi dicono che ci sono molti dèi, perché Dio è in ognuno di noi.”
“[…] Tuo padre è qui, e anche tuo figlio, che è un bambino piccolo. Tuo padre dice che lo riconoscerai perché il suo nome è Avrom, e tua figlia porta il suo nome. Inoltre la sua morte fu dovuta al cuore. Anche il cuore di tuo figlio dava preoccupazioni perché era volto all’indietro…”
Tutto ciò fu sconvolgente.
Il nome ebraico del padre, dal quale avevano tratto spunto per quello della figlia… La causa della sua morte… L’esistenza stessa del bambino, il primogenito del dottore, morto a soli ventitré giorni… Niente di tutto questo poteva in alcun modo essere conosciuto da Catherine.
Ripresosi dallo shock, il dottor Weiss riuscì a chiederle chi le stesse dicendo quelle cose.
“I Maestri,” mormorò Catherine. “Gli Spiriti Maestri mi parlano. Mi dicono che ho vissuto ottantasei volte nello stato fisico.”
…
Lascio a te le considerazioni su questa storia…
Stavolta mi sono limitato a riportarla, affinché quante più persone possibili entrino in contatto con una piccola parte di quell’immenso oceano di scoperte che non ci vengono comunicate.
Guarire con l’ipnosi regressiva non è l’unica via
Come attingere a ricordi più vecchi di te
L’ipnosi è soltanto uno dei molti metodi per regredire nel passato ed esplorare ricordi di vite precedenti. Si può raggiungere lo stesso risultato attraverso la meditazione profonda e l’autoipnosi. Questi strumenti, oltre a guarire dagli antichi traumi, ci permettono di entrare in comunicazione con una parte della nostra coscienza sconosciuta, o addirittura con…qualcos’altro.
Anche nello Yoga l’utilizzo dei bandha, o sigilli, per sbloccare i nodi psichici ed emotivi (granthi) persegue il risveglio di Kundalini, un potere che converge nel famoso terzo occhio (ajna, il sesto chakra) e garantisce l’accesso ad un universo infinito di emozioni e capacità… Ma avrò modo di approfondire questi aspetti della cultura vedica in un articolo ad essi dedicato!
Altri metodi sono racchiusi tra le vaste conoscenze dello sciamanesimo: il viaggio verso la caverna degli antichi (o degli antenati) e la tecnica del recupero dell’anima ci permettono di guarire tramite i ricordi delle antiche vite, recuperando memorie e sciogliendo nodi emotivi che si sono creati nel corso di millenni di storia e vicissitudini. [Puoi farti un’idea più precisa nell’articolo “Sciamanesimo e introduzione ai viaggi sciamanici”]
In questo modo è perfino possibile accelerare il processo evolutivo dell’anima, sciogliendo i blocchi karmici (leggi l’articolo dedicato alla legge del Karma se vuoi approfondire!) e ottenendo il massimo dal tempo che ci è stato concesso di vivere in questo mondo, in questa dimensione…
Se tutto ciò rimane troppo fantasioso per la tua mente…ne sono felice!
Segui l’esempio del dottor Weiss: rimani critico e lascia che sia l’esperienza personale a guidarti nella giusta direzione.
Non è credendo a ciò che leggiamo o che vediamo in TV che accresciamo il nostro sapere…ma soltanto esplorando noi stessi ed il mondo, con sguardo critico, mente aperta e…cuore leggero!
A presto!
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