I misteri irrisolti e la sindrome della teoria del complotto

14 Dic 2020 | Viaggi e Ambiente

Ebbene sì! Stai per leggere un articolo sulle teorie del complotto!

O meglio… Sull’infinità di tempo che rischieresti di sprecare nel seguirne gli “sviluppi”.

Procediamo per gradi, osservando da lontano quelle più famose, il loro presunto impatto sulla società… E il modo in cui, in definitiva, non ci riguardano direttamente.

Dovremmo anzitutto imparare a distinguere tra misteri e complotti, a capire quando i primi si trasformano nei secondi e quali conseguenze possono avere sulla nostra vita e sulla nostra… salute!

Ho deciso di inserire questo articolo nella categoria “Viaggi e Ambiente” perché anche il mio viaggio è iniziato proprio da qui!

All’epoca del liceo infatti, quando iniziavo a curiosare nel mondo dell’occulto, muovendo contemporaneamente i primi passi nelle arti marziali tradizionali, mi sono “imbattuto” nella criptoarcheologia e nell’interpretazione non convenzionale di alcune opere d’arte del passato…

Vediamo subito alcuni casi eclatanti, nei quali, probabilmente, ti sei già imbattuto anche tu senza saperlo!

 

“Lo specchio di Monna Hellish”

Credo che fosse il 2006 o il 2007 quando, durante un’autogestione al liceo, venne a farci visita il giornalista Mauro La Porta, dottore in legge e in psicologia… e appassionato studioso di simbologia!

Completamente a digiuno di messaggi subliminali, segreti massonici e misteri templari, rimanemmo sconvolti e meravigliati nello scoprire la gran quantità di “stranezze” nascoste nei fotogrammi dei cartoni animati Disney, che avevano accompagnato la nostra infanzia!

Simboli fallici, riferimenti ai riti sessuali pagani, indizi del culto egizio di Ra, navicelle spaziali e serpenti demoniaci! Elementi che comparivano con un’allarmante frequenza anche nelle opere degli artisti del rinascimento italiano, in particolare quelle di Leonardo Da Vinci.

Fu proprio il capolavoro di quest’ultimo, in una connotazione tutt’altro che canonica, a dare il nome al libro che compare come titolo di questo paragrafo: un testo che condensa il contenuto delle conferenze che La Porta tenne in Italia tra il 2004 ed il 2005.

Il libro purtroppo è stato presto tolto di scena, in quanto considerato “apocrifo”… Sì, proprio come i vangeli che raccontano una storia diversa da quella che ci viene propinata da duemila anni, o meglio, millesettecento… Come ben sappiamo, deve esistere una sola versione dei fatti, e una sola edizione della verità.

Ed ecco allora entrare in scena orde di complottisti assetati di giustizia e sapere!

 

Complotti, complotti, complotti… e misteri!

Le teorie del complotto sono talmente tante che non basterebbe un libro per elencarle tutte! Si spazia dall’origine della razza umana agli intrighi politici, dai miseri storici agli alieni, dalle teorie sulla Terra Cava alle scie chimiche rilasciate dagli aerei…

E ancora, antichi ordini depositari di incredibili segreti, ritrovamenti archeologici e mappe medievali che incrinano le basi della storia contemporanea [leggi l’articolo “Il mistero delle mappe impossibili: antichi navigatori o esploratori alieni?“], continenti leggendari scomparsi, tracce di altre civiltà nei miti delle più remote culture [a questo proposito, rimarrai sbalordito dalle conoscenze dei Dogon, una sperduta tribù africana!], e così via!

Potrei continuare all’infinito, senza concludere nulla… E forse è proprio questo il problema sul quale voglio portare la tua attenzione.

Ma tra cerchi nel grano e sette esoteriche, tra illuminati e rettiliani… Dov’è il confine tra mistero e complotto?

Spesso tendiamo a confondere i due termini.

Nel vocabolario Treccani il termine “complotto” è così definito: “cospirazione, congiura, intrigo ai danni delle autorità costituite o […] di persone private.

Sotto la voce “mistero”, togliendo le sfaccettature religiose, leggiamo invece: “tutto ciò che non si può intendere, penetrare o spiegare chiaramente, e che appunto per questo attrae o esercita un certo fascino. Più genericamente, cosa, fatto, avvenimento che sia oscuro, inspiegabile, nascosto, di un senso arcano, riposto. […]

In pratica, un complotto esiste per la volontà di qualcuno, mentre un mistero rimane tale per la sua stessa natura inesplicabile.

Anche se, probabilmente, alcuni misteri sono stati risolti, senza che le soluzioni venissero comunicate al grande pubblico… Ecco dove il mistero si trasforma in complotto!

Facciamo un esempio concreto…

 

Le mappe impossibili e la città sommersa di Mahabalipuram

Nel libro “Civiltà Sommerse” il giornalista Graham Hancock racconta di un incredibile viaggio tra le più misteriose e inspiegabili scoperte archeologiche del mondo. Città sepolte dalla sabbia, antichissimi scambi interculturali, edifici sommersi dagli oceani, reperti identici lontani migliaia di chilometri… Realtà che non dovrebbero esistere secondo la storia ufficiale!

Dal Sud America al Giappone, dall’Egitto alla Mesopotamia, migliaia di manufatti testimoniano l’esistenza di civiltà molto evolute in un remoto passato, quando secondo i nostri libri di scuola l’umanità non era che un gruppo di ominidi dediti alla caccia e alla raccolta di frutti selvatici…

Sacrilegio! Eresia! Calunnia!

La scienza ufficiale continua a negare l’evidenza… Che sia spaventata dai costi di ristampa dei manuali di storia?

Battute a parte, ecco l’esempio promesso, anzi, gli esempi, tratti direttamente dal mio romanzo, “Il Viaggiatore”!

Sebbene infatti la trama di questo libro sia inventata, le ricerche che ho svolto per scriverlo sono servite a dare quel pizzico di concretezza ad una storia altrimenti sospesa nell’etere…

I riferimenti storici e culturali sono quindi frutto di studi approfonditi, e l’opera di Graham Hancock mi ha dato lo spunto per riportare un episodio realmente accaduto nei primi anni del ventunesimo secolo, e che tutti dovrebbero conoscere.

Ecco l’estratto, un diverbio tra i protagonisti e altri studiosi alla ricerca del… Stop! Niente spoiler!

[…]

– La semantica rimanda agli antichi testi indiani, come i Veda, i Purāṇa o le Upaniṣad, ma il fatto di essere scritto in latino lo attribuisce senza dubbio ad Alessandro Valignano. Anche se qualche idiota di mia conoscenza vi leggerebbe un chiaro indizio dell’invasione Ariana. – Malkovich proruppe in una grassa risata.

– Che intende dire? – Chiese Srini.

– Intendo dire, professor Srini, che certi studiosi, non riuscendo ad andare oltre la loro retrograda ottusità, preferiscono inventare piuttosto che ammettere di non sapere. Mi riferisco alla teoria dello scorso secolo, stando alla quale, poiché le lingue del subcontinente indiano hanno strette affinità con gli antichi idiomi europei, un fantomatico popolo degli “Ari” avrebbe invaso l’oriente intorno al 1500 avanti Cristo. – Spiegò il linguista.

– Sì, ne ho sentito parlare. – Confermò Jin. – La teoria derivò da una deduzione logica, purtroppo del tutto infondata, basata soltanto sull’innata arroganza occidentale, tesa a giustificare storicamente la sua supposta superiorità morale e scientifica. A tale scopo gli europei si proclamarono addirittura i discendenti del misterioso popolo degli Arii citato nel Ṛgveda. –

– Ben detto Parker! – Esclamò Malkovich. – Come se i Veda fossero veramente stati scritti tre o quattromila anni fa. Razza di ipocriti! – Sputò fuori le ultime parole con rabbia.

– Ma tutto questo cos’ha a che fare con la nostra ricerca? – Chiese Cora Hoover, che evidentemente aveva perso il filo.

– Il punto, – intervenne Cecilia Torres, – è che non abbiamo riferimenti esaustivi sui quali basare le nostre ipotesi. Avete osservato bene quella mappa? Vi sono tracciati i confini dell’Antartide, in anticipo di almeno trecento anni rispetto alla sua scoperta ufficiale. Sempre che la mappa risalga al quindicesimo secolo… Secondo me è addirittura precedente. E sono pronta a scommettere che quelli non siano i confini effettivi del ghiaccio che la ricopre, ma delle terre al di sotto di esso. –

L’affermazione lasciò tutti a bocca aperta. Perfino Maeda, con un filo di voce, si sentì in dovere di dissentire.

– Che razza di teoria è questa? – Sibilò.

– In realtà si tratta di un fatto. Nel lontano 1929, presso gli archivi storici del museo Topkapi di Istanbul, fu scoperta una mappa appartenuta al pirata turco Piri Re’is – l’ammiraglio Piri – morto per decapitazione nel 1554. L’avventuriero aveva redatto la mappa nel 1513, ricavando dettagli impressionanti per l’epoca, come gli esatti valori di longitudine, dallo studio di una ventina di cartografie precedenti, secondo la sua testimonianza provenienti addirittura dalla Biblioteca di Alessandria d’Egitto. –

– Ma non è stata distrutta dagli Arabi nel 640 dopo Cristo? – Chiese Malckovich.

– La conoscenza non va mai perduta completamente, professore, nonostante gli sforzi dei bigotti di cui parlava prima. – Mormorò Jin.

Il linguista apprezzò il commento con un’altra risata.

– Prego Cecilia, prosegui con la spiegazione. – La incoraggiò Jin.

– Ciò che ha destato scalpore nel mondo accademico – o almeno tra i pochi scienziati che si sono cimentati nello studio dell’argomento – è la presenza dei confini dell’Antartide e della dorsale atlantica, entrambi come avrebbero dovuto essere millenni or sono, quando ancora la loro superficie non era stata ricoperta dal ghiaccio o dall’acqua dell’oceano. È chiaro che soltanto strumenti scientifici d’avanguardia, come sonar ed ecoscandaglio, hanno potuto tracciarne i margini oggigiorno, quindi nessuno sa ufficialmente giustificare, durante quello che la storia afferma essere il tempo dei cacciatori-raccoglitori, l’esistenza di civiltà in grado di navigare in lungo e in largo nei mari di tutto il mondo e disegnarne i confini. – Concluse la topografa.

– Suvvia, deve esserci una spiegazione scientifica e razionale per questa buffa coincidenza. – Sentenziò Jayaraju Srini.

– Da che pulpito! – Sbottò Malckovich. – Il suo Paese è stato protagonista di una delle più clamorose censure storiche di tutti i tempi! –

– A cosa si riferisce? – Protestò Srini indignato.

– Alla città sommersa di Mahabalipuram. –

Tutta l’indignazione del geologo indiano svanì in un lampo di vergognosa consapevolezza.

Fu Thomas a raccontare a Cora, a Maeda e agli altri all’oscuro dei fatti come si era svolta la vicenda.

A cavallo del nuovo millennio un gruppo di archeologi americani aveva effettuato una serie di immersioni a largo della costa meridionale del Tamil Nadu, vicino alla città di Mahabalipuram. Mura, edifici, sculture e giganteschi blocchi di pietra posizionati in modo tutt’altro che casuale avevano svelato l’inequivocabile esistenza di un’antichissima città preistorica. La geologia infatti parlava chiaro: il sito doveva trovarsi in quelle condizioni – sommerso dalle acque – da almeno dodicimila anni.

Tutto ciò naturalmente non si uniformava al passato del continente indiano, né tantomeno alla storia classica conosciuta ed insegnata nel mondo, la quale faceva risalire la nascita delle prime grandi civiltà al duemila o al massimo al tremila a. C. Inoltre una scoperta di tale portata, se proprio doveva essere riconosciuta, doveva altresì essere attribuita a studiosi locali, non certo ad un gruppo di avventurieri stranieri.

L’insieme di quelle diatribe aveva portato le autorità indiane a vietare ulteriori ricerche al team americano. Di fatto però nessuno studioso del posto aveva poi preso il loro testimone: l’antica città era stata abbandonata tra le braccia di Nettuno, segregata assieme alla sua scomoda presenza tra le torbide acque del golfo del Bengala.

Ma si sa, il destino è beffardo. Nel dicembre del 2004 una spaventosa tsunami ritirò le acque dalla baia di Mahabalipuram, svelando la presenza delle rovine per la prima volta dopo 12.000 anni. La città antidiluviana rimase così sotto gli occhi di tutti per diversi minuti, e le immagini caricate in rete fecero il resto: gli archeologi indiani non poterono più negarne l’esistenza.

Mi fermo qui… Questo estratto mostra soltanto due tra le più famose “lacune” nel sapere contemporaneo. Potrei citare molti altri esempi, ma non arriveremmo al punto della questione: l’utilità pratica di tali conoscenze, e la forma che acquisiscono agli occhi di chi le indaga… rischiando di diventare perfino un pericolo!

 

Stati emotivi divergenti

Nonostante la mia passione per l’archeologia cosiddetta “pseudoscientifica”, nel corso degli anni ho dovuto lasciar da parte questi studi per potermi dedicare ad altro.

Comunque non mi sono mai allontanato troppo dal mondo del mistero, perché sono certo che racchiuda strumenti importantissimi per la nostra crescita personale… E comunque, senza dubbio, ha il potere di esercitare su di noi un fascino immenso!

È così anche per te?

Il sogno di esplorare il mondo, di partire all’avventura, di svelare le nostre origini… è qualcosa di profondamente radicato nell’animo umano.

Ma nel momento in cui si trasforma nella frenesia di smascherare un complotto, si inquina irrimediabilmente, contaminato dalle emozioni ostili nei confronti di “coloro che ci privano della verità”.

Ti è mai capitato di parlare con chi segue le teorie del complotto?

Il suo modo di parlare, la sua gestualità, la sua “foga” nascondono una rabbia a stento repressa, una morbosità al limite dell’ossessione…

Chi invece esplora il mondo del mistero lo fa con passione ed entusiasmo, e la sua attitudine trasmette un’energia vivace e contagiosa. È la percezione intuitiva a guidarlo, la gioia della scoperta del “vero” che oltrepassa le interpretazioni, di cui parlo anche in “Una ricetta per vivere sereni e consapevoli: impara a non farti guidare dal giudizio!

Ecco la vera differenza tra mistero e complotto: lo stato emotivo di chi li investiga.

Ammettendo che i complotti esistano, la domanda che ti rivolgo è questa: cosa puoi fare tu, effettivamente, per impedirli?

Di solito nulla.

Non fai che arrovellarti attorno ai presunti indizi, arrabbiarti per chi, cieco nella sua ingenuità, non li vede… E ti prodighi per raccontarli al mondo ignaro.

A quale scopo?

 

Karma e Dharma

Nell’articolo “Cos’è il Karma e come incide nella reincarnazione” parlo di come, secondo gran parte dell’Oriente, le nostre azioni passate incidano profondamente sulla nostra condizione presente e futura.

Esiste un altro concetto che ha meritato un articolo a sé: il Dharma.

Riassumendo in breve le varie definizioni, il Dharma caratterizza quelle azioni personali che generano o mantengono l’ordine cosmico. Rispettare il Dharma significa quindi seguire quella serie di norme che sono alla base dell’universo naturale e di quello sociale all’interno del quale l’individuo si trova a vivere.

Secondo questa concezione dell’esistenza, per liberarsi dalla successione di reincarnazioni nel mondo di terza e quarta dimensione, occorre purificare il proprio Karma e seguire il proprio Dharma, come insegna Krishna al principe guerriero Arjuna nella Bhagavad-Gita (vedi “Dimensioni quantistiche e Yogin vegani: l’inutilità spirituale della dieta vegana”).

La domanda che sorge spontanea a questo punto è la seguente: come può lo “smascherare complotti” rientrare nel Dharma di una persona qualsiasi?!

 

Gli enigmi: il nutrimento della mente duale

Noi abbiamo un tempo limitato su questo piano, sicuro di volerlo investire – sprecare in una battaglia inutile, senza vincitori né vinti?

La conoscenza ci rende liberi, ma deve essere al servizio del nostro percorso!

La nostra attitudine, i nostri intenti, il nostro stato d’animo… Sono questi i fattori a fare la differenza nella salute del mondo… E della nostra! Chiunque si senta influenzato da impedimenti esterni, da “tecnologie ipnotizzanti”, da “veleni degli alimenti e nell’aria”, dovrebbe sapere che nulla può destabilizzare una coscienza consapevole, o un individuo che padroneggi pienamente le potenzialità di corpo, mente e spirito.

Qualcuno potrebbe dire che certi “complotti”, realtà sociali o omissioni storiche che siano, risultino d’intralcio al raggiungimento dei nostri obiettivi… È una scusa, niente di più, niente di meno.

Il vero ostacolo è dissipare le nostre energie nel tentativo di combatterli.

Chi ha davvero approfondito l’argomento sa benissimo che simili dicerie (non importa se vere o false) sono alimentate dagli stessi soggetti sotto inchiesta!

Per quale motivo?

Perché l’enigma affascina e allo stesso tempo imprigiona la mente duale!

La nostra razionalità ci porta a perderci in labirinti senza uscita, passando da un dilemma all’altro, all’infinito… Questi sforzi (le nostre energie!) sono raccolti su un piano sottile proprio dagli artefici dell’inganno, mentre la logica del simbolismo non fa altro che intrappolarci ancora di più nelle dinamiche di quarta dimensione.

In questo modo perdiamo l’orientamento, e senza un focus preciso la volontà di agire si affievolisce giorno dopo giorno

Ho approfondito l’argomento nell’articolo “Cinque consigli per esplorare in sicurezza il mondo spirituale”, ma il concetto è semplice: il nostro Dharma si esperisce nel presente, e l’evoluzione spirituale si consegue raggiungendo l’Unità attraverso il silenzio della mente razionale.

E quale rumore più grande può esserci del frastuono degli ingranaggi cerebrali, all’opera per risolvere una teoria del complotto?!

Spero quindi che la tua curiosità sia attratta sì dagli antichi misteri, ma con la gioia e l’entusiasmo di un bambino, con la meraviglia e l’energia di chi ama esplorare il mondo e se stesso!

C’è chi dice che il chakra del cuore sia lo scudo più efficace contro i veleni del mondo… Non lo so per certo, ma so che l’amore è la forza più prorompente di cui disponiamo… Forse è il caso di orientarla nel modo giusto per iniziare ad apprezzare davvero ciò che la vita ha da offrirci.

Mi auguro di aver risposto ai tuoi interrogativi, e se hai ancora domande sull’argomento, ti invito a scrivile nei commenti!

A presto!

Roberto Fagnani

COACH DI GUERRIERI MODERNI E CONSULENTE DI VIAGGI INTERIORI

Coach di crescita personale per scoprire te stesso attraverso metodi non convenzionali: Arti Marziali orientali, libri, viaggi e antiche scienze spirituali.

0 commenti

Rispondi