Sabato 22 febbraio 2025 la giornata di lezioni gratuite presso Spazio Archè, il nuovo centro di Naturopatia e Arti Olistiche di Abbadia San Salvatore, inaugura il corso di Qi Gong che, a partire da sabato primo marzo, raggiunge per la prima volta le pendici del monte Amiata!
Per gli orari delle lezioni e i dettagli sul programma della pratica, visita questo link; per maggiori informazioni sul centro Spazio Archè e sulle sue offerte – operatori, corsi, consulenze e prodotti – puoi invece esplorare la pagina Instagram dedicata.
In occasione dell’Open Day, ecco un breve excursus sull’antica disciplina del Qi Gong, sui suoi benefici e sui suoi metodi.
Qi Gong – 气功 – Le origini
Insieme alle altre antiche arti della salute, come lo Sciamanesimo e lo Yoga, anche il Qi Gong cela i suoi natali tra vuoti storici, contraddizioni bibliografiche e nozioni che sconfinano nella leggenda.
Non si conosce la genesi di questa remota arte del respiro e del controllo dell’energia sottile, ma le sue origini si perdono nella notte dei tempi, considerate anche le profonde affinità con lo Yoga e le varie attribuzioni leggendarie riguardo la sua nascita.
Un mito ne attribuisce gli albori a Bodhidharma, ventottesimo patriarca del Buddhismo Mahayana, che nell’anno 527 della nostra era raggiunse il tempio Shaolin, in Cina, e trovò i monaci inadatti a praticare tale stile di vita. Si ritirò quindi a meditare per nove anni su una montagna, e al suo ritorno insegnò loro le basi del Buddhismo Chan (Zen), del Kung Fu (Gong Fu) e del Qi Gong.
Tuttavia il Qi Gong è un’arte tipicamente Daoista, incorporata fin dagli albori di questa corrente filosofica come parte di quei “metodi ginnici di coltivazione della vita” (Yang Sheng Fa) che costituiscono i fondamenti dell’auto-sviluppo, delle arti della longevità e dell’esplorazione della coscienza, già esistenti nella Cina antica (e quindi connessi alle arti sciamaniche autoctone, il più antico e diffuso metodo di guarigione e di “accesso al sapere” giunto fino ai giorni nostri). Cenni al Qi Gong compaiono infatti sia nel “Dao De Jing” che nello “Huainanzi” (rispettivamente “Il libro della Via e della Virtù” e “Il Canone del Dao e della Virtù”), testi classici la cui data di stesura precede di alcuni secoli la nostra era.
In ogni caso questo “lavoro sull’energia interna” è sempre stato integrato sia con le discipline spirituali che con quelle marziali; inoltre, a partire dal diciannovesimo secolo, perfino al tempio Shaolin, di tradizione buddhista, si annoverano pratiche descritte nei classici di stampo daoista. Tutto ciò porta ad una difficile collocazione storica e geografica delle origini del Qi Gong, che tuttavia è riuscito a cavalcare l’onda delle vicissitudini del tempo e degli scambi interculturali, giungendo fino a noi.
Il Qi Gong oggi
La rivoluzione culturale cinese prima, la caccia ai rivoltosi successivamente, hanno condotto alla progressiva e sistematica distruzione di tutti i libri antichi “non allineati” con i principi morali del nuovo governo comunista. Ciò che offriva libertà di pensiero, “autonomia spirituale”, salute e auto-consapevolezza era visto come nemico dello Stato, e quindi andava bandito o distrutto. Così negli ultimi due secoli il mondo ha assistito inerme a ciò che probabilmente ha sancito la scomparsa di gran parte della millenaria cultura cinese, sia medica che spirituale/esoterica, tranne alcune rare eccezioni costituite dai testi sopravvissuti nelle province indipendenti di Hong Kong e Taiwan.
Di conseguenza, oggigiorno è molto difficile accedere alla teoria originaria sul Qi Gong, ed è necessario affidarsi ai pochi maestri che hanno ereditato la tradizione all’interno della propria famiglia, spesso segretamente, o agli studiosi e praticanti che riescono ad interpretare gli ideogrammi desueti che sottendono i metodi di tale arte, ma soltanto dopo averne padroneggiato le tecniche e aver “sentito” lo scorrere del Qi – bioelettricità – nel proprio corpo.
Negli ultimi decenni la Cina ha finalmente riconosciuto il potenziale di questa pratica e, oltre agli studi scientifici sugli effetti del Qi Gong, avviati negli anni ’50 del secolo scorso, nel 2001 esperti e studiosi hanno selezionato quattro forme di Qi Gong per la salute, scegliendo tra gli innumerevoli stili esistenti:
- Il Classico sul Mutamento di Muscoli e Tendini (Yi Jin Jing)
- Il gioco dei Cinque Animali
- Le Otto Pezze di Broccato (Ba Duan Jin)
- La formula delle Sei Sillabe
Sentiamo molto parlare anche dello “Xi Sui Jing”, il “Classico sul Lavaggio del Midollo e del Cervello”, ma non è questa la sede per analizzarne i contenuti. Inoltre, due delle citate forme verranno approfondite durante il corso: il Ba Duan Jin e l’Yi Jin Jing.
Perché tanti nomi e tanti stili?
Daoyin, Tuina, Dianxue, Tuna, Xingqi, Zouchan, Jing Gong, Zhan Zhuang… Potremmo continuare ancora, e scalfiremmo soltanto la superficie delle innumerevoli tecniche legate alla disciplina del Qi Gong.
Che cosa rappresentano tutte queste metodologie di pratica? A cosa servono? Come concorrono a farci acquisire la padronanza del Qi Gong?
È molto difficile per noi occidentali entrare nell’ottica di una “realtà integrata”: qui vale la regola del divide et impera, della compartimentazione della conoscenza, del metodo scientifico protocollato e deterministico… L’Oriente, o quantomeno ciò che in passato costituiva la cultura sapienziale orientale, custodisce la concezione di un universo integrato, dove l’essere umano è parte del Cosmo, e tutto ciò che lo riguarda non può essere scisso.
天人合一 (tiānrén-héyī): frase traducibile come “L’unificazione del Cielo e dell’umanità”, o “L’essere umano è parte integrante della Natura”, pietra miliare di gran parte delle tradizioni filosofico-esoteriche orientali, ma anche occidentali, che meglio riassume questa “filosofia pratica”.
Ed ecco che anche l’essere umano stesso, prima di fondersi con il resto del creato, cerca unificazione tra le sue parti: il corpo, la mente, il respiro, l’energia sottile, lo spirito…
Per questo motivo, negli anni ottanta, in Oriente si è assistito ad una coscienziosa combinazione di discipline come il Qi Gong, la psicoterapia, il massaggio, la moxibustione, l’agopressione, l’agopuntura e molte altre.
Ogni tecnica/terapia si dedica ad un aspetto della “macchina umana”, microcosmo integrato di un macrocosmo che ne riflette connessioni e funzioni (parallelismo ormai riconosciuto anche da scienze “nostrane” come la fisica quantistica e l’epigenetica).
Ma questa “macchina” ci appartiene, è il nostro strumento, il veicolo attraverso il quale l’anima fa esperienza della vita nella materia… Occorre quindi recuperare la consapevolezza del corpo, il controllo del respiro e la calma della mente, passando attraverso la coordinazione di respiro e movimento, esercizi statici abbinati a specifici allenamenti ideomotori, e movimenti lenti e armoniosi. Vediamo come.
Cos’è il Qi Gong?
“Qi Gong” (功气, Pinyin: Qì Gōng) significa “lavoro sull’energia”, il cosiddetto “qi” della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), il “prana” della scienza Ayurvedica, il “ki” della tradizione marziale giapponese e così via.
Estrapolando le parti che compongono l’ideogramma tradizionale di Qi, 氣, scopriamo che la parte inferiore significa “riso”, mentre quella superiore “vapore”. Si tratta delle fonti principali di energia: l’aria che respiriamo e il cibo che ingeriamo.
Esiste tuttavia una notevole barriera culturale di fronte alla differenziazione tra le tipologie di energia che vengono poi trasformate e utilizzate nel nostro corpo: da una parte ossigeno e ATP, dall’altra “bioelettricità”.
Quest’ultima non è altro che il campo elettromagnetico umano. In fondo, un neurone è una carica elettrica in movimento, che per definizione forma proprio un campo elettromagnetico. Si tratta quindi di capire come “ascoltare attraverso il corpo” per imparare a sentirne la presenza: creare un proprio vocabolario di sensazioni in grado di valutare il flusso di tale energia, eventuali blocchi, accumuli, carenze, ecc. (Il tema è molto più ampio, non è così semplice definire l’energia sottile… Ma meglio non perderci in certe questioni!)
Un simile processo conduce alla capacità di autogestire e riequilibrare il proprio organismo dal punto di vista funzionale/posturale e bioenergetico, grazie alla legge che sottende il movimento dell’energia interna, espressa dalle cosiddette “tre armonie interne” delle arti marziali tradizionali:
心导意意导气气导力 (Pinyin: “xīn dăo yì, yì dăo qì, qì dăo lì”): “il cuore guida la mente, la mente guida l’energia, l’energia guida la forza” (cuore come “mente pensante e pura”; mente come intenzione, volontà, desiderio ben orientato; forza come forza fisica, abilità, potenza). Ed è proprio il respiro ad armonizzare il ritmo del cuore, e quindi a raggiungere la coerenza cardiaca, della quale non ci occuperemo in questa sede.
Insomma, in cosa consiste la pratica del Qi Gong, quindi?
Consiste nell’integrare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione: vari tipi di respirazione, ginnastica articolare, visualizzazioni guidate, tecniche per l’allungamento di muscoli e tendini di origine marziale, stimolazione bioelettrica/energetica, allenamento ideomotorio, meditazione, ecc. (tecniche delineate dall’elenco di nomi cinesi all’inizio del paragrafo precedente!) al fine di recuperare il controllo del corpo e del respiro, placare gli stati d’ansia, gestire le emozioni e le paure, e ripristinare i bioritmi fisiologici naturali.
Una pratica costante consente di orientare volontariamente il Qi presente nel tessuto connettivo fasciale, negli organi, nel sistema dei meridiani e sulla superficie del corpo, con il risultato di rafforzare il sistema immunitario, sciogliere le rigidità muscolari, eliminare lo stress e ritrovare la sinergia con le mutazioni dell’ambiente che ci circonda, del quale siamo (o eravamo) parte integrante.
Elisir interno ed Elisir esterno
Tra le molte tipologie di Qi Gong, è inoltre importante saper distinguere tra Elisir Esterno (Wài dān) ed Elisir Interno (Nèi dān).
Nel primo caso ci riferiamo agli arti e alla pelle: allenando il movimento (attraverso la danza, le arti marziali, ma anche semplicemente camminando o correndo), il Qi riempie gli arti attraverso i “pori” della pelle e poi fluisce nei 12 meridiani ordinari, per mezzo dei quali arriva a nutrire gli organi e gli apparati. Naturalmente, essere consapevoli del proprio corpo a livello propriocettivo incrementa l’ammontare di Qi assorbito all’interno dell’organismo.
Al contrario, l’Elisir Interno concerne tutto ciò che riguarda direttamente l’interno del corpo (tronco, organi, ossa, ecc.): specifici esercizi di respirazione e visualizzazione guidano l’energia ad accumularsi nel Dān Tián (田丹) inferiore, il “campo dell’elisir”, situato all’incirca all’altezza del nostro baricentro, qualche centimetro sotto l’ombelico. Da questa “biobatteria” l’energia si distribuisce poi negli 8 vasi straordinari, e soltanto dopo tutti questi passaggi confluisce nei 12 meridiani ordinari.
Le Tre Regolazioni: le basi di un metodo
Come ogni altra disciplina tradizionale, anche il Qi Gong richiede una “preparazione preliminare”. Tale fase è costituita dalle cosiddette “tre regolazioni”:
- Regolare il corpo e la postura: al principio la pratica si focalizza sull’allenamento posturale (Lian Xing) e sullo sviluppo delle abilità di movimento (Shen Fa). Appendere la testa, rilassare le spalle, far cadere i gomiti, svuotare le ascelle, tirare indietro il petto e rinforzare la schiena, estendere la vita e abbassare i fianchi… sono solo alcune delle indicazioni utili per recuperare una corretta postura ed un baricentro stabile.
- Regolare il respiro: respirare (Hu Xi), inalare ed esalare (Tu-Na), raffinare il Qi (Lian Qi), facendolo circolare all’interno per entrare nello “stato di lavoro energetico”. Come vedremo anche nei prossimi paragrafi, un respiro lento e profondo conduce ad una mente tranquilla e favorisce l’equilibrio e la coordinazione tra sistema nervoso simpatico e sistema nervoso parasimpatico, e di conseguenza anche tra gli organi ad essi collegati. Le varie tipologie di respirazione (diaframmatica, diaframmatica inversa, fetale, “del corpo”, ecc.) saranno trattate durante la pratica, poiché è necessario “farne esperienza diretta”.
- Regolare la mente: il self-training (Lian Ji) e il cosiddetto “raffinare lo spirito” (Lian Shen) costituiscono l’elemento conduttore delle tre regolazioni, poiché la mente è responsabile del direzionamento volontario dell’energia sottile, e deve essere “rivolta all’interno”. Per farlo si utilizzano tre diverse tecniche, delle quali non analizzeremo i dettagli: Yi Shou, “portare la consapevolezza a…”, o “focalizzare la mente su…”; Cun Xiang, “visualizzare mentalmente”; Ru Jing, “entrare nella tranquillità”.
Le quattro fasi del Qi Gong Daoista
Terminati gli esercizi preliminari, seguiamo la Via classica del Qi Gong Daoista, ovvero la Teoria dell’Elisir Interno, un metodo che, come abbiamo visto, implica l’accumulo e la raffinazione dell’energia sottile nei vasi straordinari. In particolare questo metodo sfrutta il vaso Governatore e il vaso Concezione, i quali si uniscono in un unico circuito di “raffinazione alchemica”, che viene chiamato Piccola Circolazione Celeste (o Circolazione Microcosmica, uno dei principali esercizi di visualizzazione guidata e movimento consapevole del Qi trattati nel corso). Esso costituisce proprio la prima delle quattro fasi di evoluzione energetica e spirituale, un viaggio verso la salute, la longevità e la consapevolezza di sé.
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FASE 1: raffinare l’Essenza (Jing) per trasformarla in Energia Vitale (Qi);
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FASE 2: raffinare l’Energia Vitale (Qi) per trasformarla in Energia Spirituale (Shen);
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FASE 3: raffinare l’Energia Spirituale per tornare al Vuoto;
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FASE 4: raffinare il Vuoto per reintegrarsi nel Dao.
Jing, Qi e Shen sono le tre forme di energia che possediamo, a loro volta contenenti un aspetto prenatale ed uno postnatale, suddivise all’interno dei tre Dan Tian: inferiore, intermedio e superiore. Questi ultimi sono, “guarda caso”, localizzati in corrispondenza dei nostri tre principali centri nervosi, o cervelli: il cervello enterico (intestino – Dan Tian inferiore – baricentro e principale biobatteria del corpo), il sistema nervoso intracardiaco (cuore – Dan Tian intermedio) e il cervello (Dan Tian superiore).
Sebbene sussista la mancanza di un “dizionario di sensazioni” per definire e distinguere queste energie, la loro attribuzione a luoghi specifici all’interno del corpo è fittizia: si tratta di un viaggio, l’ennesimo viaggio dell’essere umano da uno stato inconsapevole e inerte, ad una condizione di maggiore energia e consapevolezza. Presenza mentale, vitalità, salute, intuitività, percezione sottile… doti che cresceranno di pari passo con la raffinazione delle energie interne, da quelle più grossolane, più animali, fino a quelle “divine”.
Lungi dall’affrettare i tempi, poniamo il focus sulla prima fase, una vera e propria panacea per lo stato di benessere globale dell’individuo, a sua volta caratterizzata da cinque sottofasi che ne esplicano gli obiettivi e i raggiungimenti:
- Allenare il Sé;
- Mescolare i medicamenti;
- Produrre i medicamenti;
- Raccogliere i medicamenti;
- Raffinare i medicamenti.
Per quanto queste definizioni possano risultare oscure o incomprensibili per la nostra cultura, la pratica del Qi Gong mostra presto i risultati pratici di tali processi interni, con benefici a trecentosessanta gradi sulla vita del praticante.
Gli effetti del Qi Gong
Non sarebbe sufficiente un intero volume per elencare i risultati dei numerosi studi scientifici atti a comprendere i benefici di una pratica costante e duratura del Qi Gong.
In questo paragrafo elencherò brevemente alcuni dei risultati più sorprendenti, lasciando questo link a chi volesse approfondire gli effetti del Qi Gong e della Meditazione sulla Fibromialgia, una ricerca che ho svolto personalmente in occasione della mia laurea magistrale.
Innanzitutto, l’ascolto di se stessi conduce ad una maggiore consapevolezza, che permette di identificare le manifestazioni fisiche delle emozioni e degli stati d’ansia. Non dissimile dalle pratiche yogiche avanzate, soprattutto per quanto concerne il respiro, le posizioni statiche e i blocchi muscolari, questa azione mira al raggiungimento della quiete mentale, che si manifesta attraverso una transizione dalle onde cerebrali Beta (frequenza compresa tra i 14 e i 30 Hz, di intensa attività ed elaborazione di informazioni) a quelle Alpha (8-14 Hz, frequenza di ascolto, rilassamento, percezione sottile, intuizione e rigenerazione) e Theta (4-8 Hz, corrispondente alla trance meditativa, al sonno REM e all’accesso all’inconscio).
Tutto ciò è guidato da un rallentamento del respiro che, come già accennato, porta il cuore in coerenza cardiaca, ritmo che aiuta a coordinare i sistemi nervosi simpatico e parasimpatico, e a ridurre il flusso di informazioni dirette al cervello, organo che diminuisce il consumo di ossigeno del 16%. Inoltre, il livello metabolico di noradrenalina scende intorno al 60% rispetto all’ordinario.
Ne risulta incrementata positivamente anche la circolazione del sangue: studi condotti nelle università cinesi hanno dimostrato che, ad esempio, dopo 40 minuti di pratica dell’esercizio statico del Zhan Zhuang (il palo eretto immobile) i globuli rossi aumentano da 21.000 a 5.900.000 per millilitro quadrato, mentre i globuli bianchi da 400 a 400.000 circa; l’emoglobina aumenta da 1,5 a 2,3 grammi per millilitro quadrato. Il maggior apporto di ossigeno ai tessuti sottende importanti quanto ovvi miglioramenti del sistema immunitario.
Due parole sul mio metodo…
Ho definito il mio sistema di insegnamento “Metodo HASHI”, parola giapponese che significa “ponte”, proprio per sottolineare l’obiettivo di unire le conoscenze del passato con quelle del presente, la spiritualità con la scienza, l’uomo con la Natura, lo “scientificamente dimostrabile” con “l’organicismo mistico orientale”. Insomma, fare delle “parti” un “tutto unico e armonico”, per poi integrarsi con l’ambiente che ci circonda…
Tali parti sono anzitutto quelle che compongono noi esseri umani, e gli strumenti utilizzati derivano da una selezione esperienziale tra ciò che conosciamo ed è comprensibile alla nostra cultura, e ciò che invece proviene da tradizioni più antiche o profondamente diverse. Esercizi e metodi sono stati uniti-integrati come mostra a grandi linee lo schema che segue:
Molte altre discipline e metodologie concorrono al conseguimento del nostro benessere psicofisico ed emotivo, ma tanti e tali sono gli ambiti del sapere che non è possibile acquisire tutto quanto: occorre discernimento e consapevolezza, quel tanto che basta affinché distinguiamo ciò che ci è affine e “ci fa stare bene”, insomma, ciò che vibra sulla stessa frequenza della nostra anima.
Buona pratica e buon viaggio!
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