La mente nel cuore: un antico metodo scientifico per ritrovare il benessere psicofisico

8 Mar 2021 | Scienza e Spiritualità

Prima di avventurarci nell’incredibile storia di Sheva Carr, è il caso di rispolverare quanto scoperto finora sull’importantissima “entità mente-cuore”.

Nell’articolo “Il problema del linguaggio: come tradurre le antiche culture orientali in scienza occidentale” abbiamo parlato di bioelettricità e sistema nervoso intracardiaco.

La bioelettricità è un fenomeno tipico della materia organica vivente, dovuto alla differenza di potenziale tra l’interno e l’esterno delle cellule, e tra i vari distretti organici.

Senza dover entrare nei dettagli, sappiamo che dove c’è elettricità c’è anche un campo elettromagnetico, come ci dimostrano le misurazioni dell’elettrocardiogramma (ECG) e dell’elettroencefalogramma (EEG).

Quello che non tutti sanno è che il campo elettromagnetico generato dal cuore (da non confondere con il Chakra del Cuore – vedi “I sette Chakra… e tutti gli altri!”) è circa 60 volte più grande di quello generato dal cervello, e che ha un’ampiezza di circa 2,5 metri di diametro attorno al corpo, con forma toroidale (un richiamo agli studi di Nassir Haramein, che esploreremo tra poco).

Una simile misurazione è possibile soltanto con un magnetometro molto sensibile, in grado di percepire campi magnetici assai flebili. Questo dispositivo è chiamato superconduttore a interferenza quantistica (SQUID, dall’inglese Superconducting Quantum Interference Devices).

Da un punto di vista medico, tale campo elettromagnetico permette la mappatura del cosiddetto sistema nervoso intracardiaco, un vero e proprio “mini-cervello” all’interno del cuore!

Un salto temporale fino alle origini del Daoismo ci svela che l’ideogramma cinese (“Xīn”) era tradotto come cuore-mente, poiché all’organo cardiaco era imputata l’origine dei pensieri (un testo che evidenzia a fondo questo parallelismo è il “Zhuāngzǐ”, nella versione a cura di Leonardo Vittorio Arena).

Nei testi più antichi troviamo Xīn tradotto anche come “spirito” o “anima”. Infatti, secondo la scuola buddhista Huayan, soltanto attraverso il cuore è possibile attuare la trasformazione dell’individuo su un piano più elevato: “L’universo è vacuità e tutto nasce dal cuore.

Insomma, antiche conoscenze metafisiche, medicina moderna e fisica quantistica concordano sul medesimo punto: la mente e il cervello dell’essere umano sono intimamente connessi!

Che altro aggiungere?

 

L’incredibile storia di Sheva Carr

Sheva Carr è architetto e direttrice del programma Heartmastery di Heartmath, CEO di Fyera!/Heart Ambassadors e direttrice esecutiva e fondatrice della Fyera Foundation and Sunflower Sunpower Kids.

Ha anche l’onore di essere una direttrice della Pathways To Peace (PTP), che rappresenta alle Nazioni Unite. Medico di medicina orientale e allenatrice Heartmath, ha scritto diversi libri e sviluppato molti programmi per aiutare donne e bambini in zone di guerra.

La sua adolescenza infatti è stata segnata da un periodo vissuto nel pieno della guerra civile in Nicaragua, durante il quale aiutò molti bambini di strada.

Al rientro negli Stati Uniti però i sintomi postraumatici riscontrati furono allarmanti: disturbi del sonno, squilibri nervosi, problemi intestinali e addirittura avvisaglie della menopausa!

I dottori non sapevano come comportarsi, finché, durante le vacanze estive della scuola di medicina, la Carr ebbe occasione di offrirsi come volontaria per trascrivere le carte di un istituto di ricerca della facoltà. Incredibile ma vero, tali studi erano proprio sull’intelligenza del cuore.

Dopo otto anni di sofferenze, Sheva Carr iniziò lentamente a recuperare la sua salute, imparando a regolare il ritmo del battito cardiaco.

Faccia a faccia con se stessa, ricerche sul cuore alla mano, la dottoressa capì che gran parte delle sue patologie derivavano dalla preoccupazione, ancora forte, per i bambini lasciati a se stessi nelle zone calde del Nicaragua. Continuava ad accollarsene la responsabilità, sebbene sapesse che non era possibile né contattarli, né mandare loro aiuti.

Goodbye is goodbye forever.” Doveva accettare che il loro fato non fosse più nelle sue mani. Era il momento di spostare il focus su ciò che poteva fare attivamente adesso, dalla sua residenza e grazie alle sue conoscenze.

 

Un esercizio per spostare l’attenzione sul cuore

La dottoressa Carr ci insegna un esercizio pratico per spostare il nostro focus emotivo quotidiano, come ha fatto lei, e concentrarci su cosa è davvero importante, lasciando che sia proprio il cuore a suggerirci la strada…

Posiziona le tue mani sul petto, nell’area più vicina al cuore, chiudi gli occhi ed immagina il respiro fluire nel cuore.

Inspira per cinque secondi, percependo l’aria/energia che riempie l’organo cardiaco, poi espira per lo stesso tempo, rilasciando il flusso attraverso il petto.

Questo procedimento ha lo scopo di condurti all’origine delle tue preoccupazioni, trasformando lentamente queste “cause prime” in amore e compassione.

Cos’è cambiato nel tuo corpo, sia a livello fisico che emotivo, facendo questo esercizio?

 

Cambiamenti attivi nel proprio stato d’animo… e nella propria vita!

Concentrarsi sull’amore e scambiarlo attivamente nel mondo produce risultati inaspettati: dopo 12 anni di assenza dal Nicaragua, Sheva Carr ha ricevuto una telefonata da una delle “sue” bambine!

La ragazza, ormai sposata con un uomo dell’Ohio, era riuscita a rintracciarla grazie ad un minuscolo pezzetto di carta contenente i dati della Carr, conservato per tutti quegli anni…

I meno romantici imputeranno questo lieto fine ad un caso fortuito, tuttavia i risvolti fisiologici dell’esercizio sul cuore sono misurabili e altrettanto incredibili.

Attraverso la “meditazione sul cuore” si crea la cosiddetta “coerenza rapida” nel sistema nervoso dinamico, ovvero uno stato ottimale di coerenza fisiologica.

Prima di perderci in definizioni difficili, consideriamo quanto appreso finora: il cuore ha un cervello (il sistema nervoso intracardiaco), quindi di fatto è una mente.

Nell’articolo “Empatia: il segreto del ‘sentire l’altro’” ti ho chiesto di dirmi dove identifichi il tuo “essere” ad occhi chiusi: la risposta più comune è “la testa”, poiché associamo la nostra identità al luogo dove, secondo il senso comune, si origina il pensiero, e dove al tempo stesso si trovano quasi tutti gli organi di senso.

Abbiamo appena scoperto però che anche il cuore è un universo pensante, non un muscolo finalizzato esclusivamente al pompaggio del sangue!

È giunto il momento di osservare al microscopio questa interazione tra i due cervelli del corpo umano.

 

Cuore e cervello sotto la lente di ingrandimento

Il cuore e la mente sono “fatti” per lavorare insieme, e le loro strutture ci mostrano come. Infatti, semplificando al massimo le neuroscienze (per ovvi motivi di spazio e di ampiezza dell’argomento), devi sapere che, tra le moderne teorie scientifiche sulla suddivisione in regioni/funzioni cerebrali, una di esse ne evidenzia tre “strati” principali.

Il primo è il rombencefalo (nella parte posteriore del cervello, anche detto “cervello rettiliano”), che si occupa della sopravvivenza: dall’evitare i pericoli a voler fare piegamenti sulle braccia per diventare più forte e attraente in un contesto sociale e amoroso! Questa zona è responsabile inoltre dell’acquisizione di conoscenza attraverso l’esperienza: una lenta ma progressiva evoluzione che aggiunge “strati funzionali” al nostro cervello.

Il secondo “spaccato” principale è il sistema limbico (o “cervello limbico”): la paura ti fa scappare, la rabbia ti fa proteggere i tuoi piccoli, e così via… Questo sistema concerne le risposte comportamentali dovute a reazioni emotive, sia consce che inconsce.

L’ultimo strato è la corteccia prefrontale (o “neocorteccia”), la parte anteriore del lobo frontale del cervello, l’apice dell’evoluzione umana: dialogo, comunicazione, immaginazione delle soluzioni per nuovi rompicapo, ecc. Insomma, qui si crea, non si reagisce!

Chi ha un lavoro, probabilmente è stato assunto proprio grazie a queste capacità! (Ops, dimenticavo… Il materiale utilizzato per questa ricerca viene dall’America, qui in Italia non funziona esattamente così…)

Quando siamo irritati e stressati, le funzioni della corteccia prefrontale vengono ridotte al minimo: se c’è qualcosa che non va, l’istinto prende il sopravvento e desideriamo semplicemente “andarcene”!

Un banale esempio? Quando sei arrabbiato con qualcuno e non riesci e trovare le parole giuste per esporre le tue argomentazioni vincenti, la ragione risiede proprio nella minimizzazione delle funzioni della parte più evoluta del cervello umano.

Cerca nella tua memoria un episodio simile e rievocane le sensazioni, dopodiché riprova l’esercizio precedente: riesci ad individuare l’emozione, il motivo che ha scatenato il tuo stato alterato?

Il cuore è come una “steadicam, dice Sheva Carr: una leggera zavorra montata su una videocamera per mantenerla stabile durante le riprese manuali e in movimento.

Se riusciamo a recuperare l’amore, la premura, l’apprezzamento e la compassione del cuore, e attraverso il cuore, tali “emozioni luminose” possono cambiare in positivo la nostra percezione della vita, mettendo la “modalità di sopravvivenza” in standby!

 

Gli effetti benefici della “mente nel cuore”

Possiamo affidarci alla guida del cuore per la risposta alle circostanze che scatenano ira, ansia e stress.

Ecco altra terminologia difficile: fisiologia elettrica dell’intuizione. Alcune ricerche mostrano che, in questo stato particolare, il cuore e il cervello “arrivano a sapere” circa sei secondi prima che la persona ne sia consapevole.

Una volta attivato questo processo, le più alte funzioni corticali del cervello si allineano, poiché il segnale arriva direttamente attraverso il nervo vago (che, tra le altre funzionalità, collega proprio il cuore al cervello).

Inoltre, è il momento di notare un sostanziale parallelismo: così come il sistema nervoso intracardiaco è un “sosia” del cervello all’interno del cuore, esiste anche un “sosia del cuore” all’interno del cervello. Si tratta di una specie di “cassa di risonanza” del cuore situata nel sistema limbico, che trasforma le emozioni provate nel cuore in stati fisiologici, in sensazioni di benessere o malessere fisiche.

Quando si sceglie “proattivamente” di passare ad un sentimento coerente come amore o compassione, questo ordine presente nel cuore parla al cervello, intimandogli di lavorare ad “alti regimi evolutivi”, e non con mere risposte di sopravvivenza, scatti emotivi o stati d’animo – e di salute! – autolesionisti.

La morale di tutto ciò?

Cuore e cervello lavorano fianco a fianco.

Alimentare l’amore nei confronti di ogni aspetto della nostra vita, comprese le cause delle peggiori sfide o preoccupazioni, fa di noi dei “creatori”: con questa parola non si intende nulla di magico, bensì la capacità di trasformare attivamente lo stato della nostra mente e la salute del nostro corpo.

Ecco la conferma di quanto anticipato nell’articolo “Il potere della forza di volontà tra presente e passato”, a proposito del principio New Thought che contempla la possibilità di guarire alcune patologie grazie al pensiero positivo.

 

Il punto di vista di Nassir Haramein

Per essere un buon scienziato devi seguire il tuo cuore, perché è da lì che arrivano le informazioni.

Questa frase di Nassir Haramein, fisico teorico americano conosciuto per la sua particolarissima “Teoria del Tutto”, evidenzia ancora una volta la consapevolezza scientifica (non soltanto propria delle “antiche scienze metafisiche”) della stretta connessione tra mente e cuore.

Abbiamo già visto che il cuore possiede il più elevato campo elettromagnetico del corpo. Secondo questo scienziato, esso rappresenta la batteria della vita che mantiene il cuore in funzione.

Inoltre, secondo Haramein il nostro intero essere è guidato dal buco nero nel centro del cuore (o wormhole, o passaggio dimensionale per un universo parallelo… whatever!), che scatena un flusso di energia elettromagnetica grazie all’effetto Coriolis (lo stesso effetto che si trova alla base dei sistemi ciclonici o anticiclonici nell’atmosfera).

Il campo elettromagnetico del cuore avrebbe anch’esso la forma di un toroide e, tramite il flusso di tale campo, verrebbero comunicate informazioni al cervello e a tutto il corpo.
Il toroide di energia fluirebbe dal cuore alla cima del cranio, poi giù verso la ghiandola pineale, attraverso il nostro sistema nervoso e poi di nuovo verso il cuore.

Il tutto ovviamente in costante collegamento con l’intero universo.

Per quanto riguarda il cervello, esso sarebbe una sorta di ricevitore sintonizzato su determinate frequenze, che verrebbe utilizzato dalla coscienza allo scopo di captare informazioni.

Il cervello riceverebbe informazioni presenti nello spazio vuoto tramite il cuore e sarebbe proprio questo legame a rappresentare la sorgente della nostra esistenza.

Haramein espande i propri orizzonti dagli studi scientifici a quelli filosofici, dalle piramidi messicane alle geometrie sacre (vedi “Mandala, Mantra e Mudra: arti del suono e geometrie sacre“), dall’astronomia alla meditazione, cercando un’integrazione del Tutto come chiave di lettura dell’Universo e dell’essere umano.

Non ho modo di approfondire le sue ricerche in questa sede, ma se sei curioso puoi dare un’occhiata a questo link.

Insomma, sono ormai moltissimi gli argomenti che confluiscono nella tesi avvalorata da questo articolo: il principio di indeterminazione di Heisenberg, il potere della volontà di influenzare gli eventi, l’agopuntura, la pranoterapia, la visione integrata dell’uomo e dell’universo, l’empatia, tradotta come “capacità di sentire l’altro” intersecando i campi elettromagnetici che – adesso è dimostrato – ci circondano scaturendo dal cuore, in un unico campo quantico globale…

 

Back to the main subject! Conclusioni

Tirando le somme, come percepiamo gli eventi attorno a noi?

Al di là di quanto detto nell’articolo “Una ricetta per vivere sereni e consapevoli: impara a non farti guidare dal giudizio!”, dove si poneva l’attenzione sull’interpretazione della realtà filtrata dal nostro vissuto personale, come reagiamo alle attuali condizioni estreme che ci troviamo ad affrontare?

È il cuore che comanda le nostre emozioni, oppure la parte del cervello deputata alla sopravvivenza?

E se è quest’ultima, per quale motivo?

Non voglio esprimere la mia opinione in proposito perché in questo articolo ci sono tutti gli elementi necessari affinché tu possa formulare la tua risposta.

Concludo quindi con una citazione di Osho, condivisa da una cara amica sui social, risalente agli anni in cui il mondo si stava chiedendo come evitare la pandemia di AIDS…

[…] La domanda giusta dovrebbe essere: come evitare la paura della morte, dato che ormai l’epidemia è qui?

[…] Nessun virus al mondo è più pericoloso della paura. L’atmosfera spaventosa che senti in questi momenti è una follia collettiva. È successo migliaia di volte e accadrà di nuovo.

Se non capisci la psicologia umana e la paura, la tua coscienza potrebbe essere completamente persa. […] Fai attenzione. Non guardare le notizie spaventose. Smettila di parlare di un’epidemia. Ripetere la stessa cosa più e più volte è autoipnosi. La paura è un tipo di autoipnosi. Provoca cambiamenti chimici nel corpo.

[…] Durante un’epidemia, l’energia nel mondo diventa irrazionale. […] La meditazione, o meglio la pace cerebrale, e il silenzio mentale possono creare un’aura protettiva in cui nessuna energia negativa può penetrare […]

Sheva Carr ci svela infine che “la paura di essere manipolati arriva quando di fatto siamo già preda della manipolazione del nostro stesso sistema limbico. Quando abbiamo il potere ed il controllo sulla nostra interiorità, sulle nostre emozioni e ‘interpretazioni della realtà’, nessuno può manipolarci dall’esterno!

Parlare di aura ed energia fa sempre storcere il naso, ma adesso sai che quest’aura non è altro che il campo elettromagnetico del cuore, e che la sua energia positiva può raggiungere il cervello anche attraverso il nervo vago.

Così, in uno stato di calma, di pace cerebrale e silenzio interiore, il rombencefalo ed il sistema limbico possono cedere il passo alla corteccia prefrontale, e ritrovare serenità, fiducia e speranza per la vita del genere umano.

Infatti, per quanto lo sforzo sia individuale, la tendenza al “risveglio del cuore” è globale, in linea con il processo di risveglio spirituale in corso, che convoglia le emozioni di ogni popolo nel lento ma inesorabile shift dimensionale.

[…] La via suprema dello Spirito passa dal centro cardiaco”, ci ricordano Anne Givaudan e Daniel Meurois in “Viaggio a Shambhalla”, e forse l’umanità riuscirà a riscoprire l’Io, la sua identità e unità, riattivando proprio questo motore primo di “amor che move il sole e l’altre stelle.

 

 

Roberto Fagnani

COACH DI GUERRIERI MODERNI E CONSULENTE DI VIAGGI INTERIORI

Coach di crescita personale per scoprire te stesso attraverso metodi non convenzionali: Arti Marziali orientali, libri, viaggi e antiche scienze spirituali.

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